La recensione su Hi, Mom

di alan smithee

4 stelle

FAR EAST FESTIVAL 24

“Mamma mia time-travelling”

Nel terzo giorno del Far East Festival - edizione 24, arriva il campione d'incassi cinese del 2021: una commedia sentimentale a basso costo in cui la regista ed attrice Jia Ling, nel voler rendere omaggio alla madre scomparsa ancora giovane, ce la racconta attraverso una storia alla “Peggy Sue si è sposata” che riporta anch?essa la protagonista di vent'anni indietro nel tempo.

Nel caso specifico, anziché tornare dagli '80 ai '60 come faceva Kathleen Turner nel bellissimo film di Coppola, Jia Ling nel suo sentimentale ed anche un po' sdolcinato e buonista Hi mom, riporta la sua pingue protagonista dal 2001 al 1981, permettendo, o almeno dando la possibilità alla protagonista di rincontrare la giovane madre, e tentando di modificare quegli eventi che potrebbero così renderle la vita più agevole nel suo presente del nuovo millennio appena iniziato.

Il viaggio nel tempo accade all'improvviso, dopo che Jia, nel tentare di dimostrare alla madre di eccellere in qualche campo, si caccia in uno dei suoi pasticci più clamorosi falsificando un diploma di specializzazione.

Il viaggio a ritroso di vent'anni, porta la nostra protagonista in un'epoca di un anno precedente alla sua nascita, in un villaggio operaio di una Cina che iniziava ad affacciarsi dinanzi al mondo delle prime tecnologie di massa, dei primi televisori appannaggio di una classe operaia in fermento.

La commedia, garbata sino a sfiorare in diverse occasioni la stucchevolezza, mira senza nasconderlo ai facili consensi, ed il successo che la pellicola ha riscontrato in patria ne costituisce la più precisa testimonianza.

Jia Ling, paffutella quarantenne che interpreta una intraprendente ventenne, finisce per trovarsi a contatto con la splendida giovane attrice che assume i panni della madre che, oltre ad essere vistosamente più giovane di colei che interpreta la figlia (in realtà dovrebbero risultare pressoché coetanee), si rivela piuttosto improbabile come figlia di cotanta madre, anche ironizzando sulle fattezze di colui che, inesorabilmente, diverrà il padre e marito delle due.

Il film ha tocchi gradevoli come l'incipit del viaggio nel tempo, che fa precipitare la protagonista in un inizio anni '80 in bianco e nero come le prime televisioni in vendita su prenotazione per la classe operaia entusiasta, e che poi via via prende colore man mano che la ragazza muove i suoi primi stentati passi su quella realtà sconosciuta che decisamente non le appartiene né anagraficamente, né tanto meno a livello di modi di essere, vestire, comportarsi.

In questo ennesimo “ritorno al futuro”, è anche singolare notare come la civiltà anni '80 della grande Cina si rispecchia in uno stato europeo tipo il nostro di metà anni '50, con un buon trentennio di ritardo rispetto alla nostra esperienza storica.

Per il resto, come si accennava, la commedia patisce l'ostentato buonismo con cui l'autrice strizza continuamente l'occhio al suo (foltissimo) pubblico, accontentandolo in ogni piega emotiva, ma rendendo la vicenda un percorso zuccheroso nella melassa di situazioni sempre al limite del ricatto emotivo.

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