Regia di Dean Fleischer-Camp vedi scheda film
"Sai perché sorrido tanto? Perché ne vale la pena!".
-Marcel
A distanza di undici anni dal cortometraggio che ci ha portato fin qui - "Marcel the Shell Goes On" (2010) - l'autore, sceneggiatore, regista e produttore statunitense Dean Fleischer Camp mette in scena il suo debutto registico, che purtroppo arriva da noi con un anno e mezzo di ritardo. Distribuito col titolo "Marcel the Shell", la pellicola narra delle avventure casalinghe di una piccola conchiglia parlante, che vive con la propria nonna nella proprietà degli ex padroni. La caratteristica della conchiglietta è quella di chiaccherare all'infinito, ponendo comuni quesiti al proprio interlocutore in modo tale da scontrarsi piacevolmente con un universo che gli è distante, quello dell'essere umano e delle sue usanze: un giorno il regista e filmmaker Dean viene a intervistare Marcel e da qui nasce un vivace rapporto d'amicizia che scava nei meandri del successo di quest'ultimo sulla rete, in particolar modo nei social più seguiti (YouTube, Twitch, Tik Tok). Quella di "Marcel the Shell" è una concreta disamina sulla quotidianità squarciata. Squarciata per la sua rappresentazione apparentemente grottesca che suscita, proprio nel suo aspetto visivo, un'improvvisa tenerezza adeguata all'ottima caratterizzazione del protagonista, un personaggio solitario e agrodolce che se la vive molto bene nella sua rilassante monotonia. I dialoghi affidati alla conchiglietta sono semplici nella loro efficacia e dimostrano quanto con uno script decente si possa fare un gran film, soprattutto se viene applicata la migliore tecnica d'animazione di sempre, ovvero la stop-motion, che qui da chiaro segno della precisione tecnica del proprio autore, che rende fluidi e realistici i movimenti di Marcel mixati con gli interpreti live-action. Un lungometraggio originale, drammatico, pacato e che dispiace vedere in così poche sale; perlomeno vi è uscito!
Voto: 7 1/2
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