Regia di Guido Zurli vedi scheda film
Brigitte è una giovane e piacente impiegata nell'azienda del signor Gastone; la disinibita ragazza si divide a letto tra i tre figli del datore di lavoro, con soddisfazione da parte di tutti. Naturalmente anche Gastone insidia Brigitte, e sostanzialmente qualsiasi donna capiti nelle sue vicinanze.
Difficile persino cominciare. Ne Il terno a letto c'è così poco che si rasenta davvero il nulla: è complicato inquadrare questa pellicola anche all'interno della folle e caleidoscopica cavalcata del cinema erotico-pecoreccio all'italiana di quegli anni. Il regista Guido Zurli era attivo già da un paio di decenni, rimanendo sempre confinato nel 'genere' e nella serie B; qui mette a segno il suo ultimo lavoro, se si esclude l'esperienza del 1994 in terra serba con l'impronunciabile Rodjen kao ratnik, e probabilmente il suo più sconclusionato e pretestuoso. Il pretesto è più che valido per i tempi: spogliare un po' di bellezze tra le quali spicca Amanda alias Giuliana Cecchini; quanto alla trama, ai personaggi e al senso concreto del film, però, è meglio non chiedere. La sceneggiatura reca la firma di Odoardo Fiory (decamerotici, spaghetti western, commedie scollacciate: una carriera intera nel cinema poveristico e 'popolare' inteso nell'accezione più bassa) e, quanto al cast, si segnalano anche le presenze di Vincenzo (Enzo) De Toma, reso celebre dalla pubblicità del 'grande pennello' in tv, Gabriella Giorgelli, Michelle Megale, Franco Diogene e Massimo Buscemi (la cui fama esploderà in seguito grazie a Quelli che il calcio, sul piccolo schermo). Il terno a letto – titolo da far cadere le braccia, si converrà – è un'opera talmente poco conosciuta da non comparire neppure nell'approfonditissimo Dizionario stracult della commedia sexy del solitamente impeccabile Marco Giusti. 1,5/10.
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