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Il terno a letto

Regia di Guido Zurli vedi scheda film

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La recensione su Il terno a letto

di moonlightrosso
2 stelle

Molto becerume, poca commedia e ancor meno sesso!

Brigitte, impiegata "factotum" e punto di riferimento di una piccola e fiorente azienda milanese di proprietà del napoletano Gastone ha rapporti sessuali, a gironi alterni, con tutti e tre i figli idioti di quest'ultimo, indossando mutandine di colore diverso a seconda del rampollo che si porta a letto.

"Incredibile dictu" ma è proprio questa l'idea partorita dalla mente di Odoardo Fiory, una delle firme più dozzinali dei copioni dell'italica serie Z del periodo (qui pare alla sua ultima fatica), attorno alla quale ruota la deprimente vicenda di questo film, per la cui direzione ci si affida alla mano esperta di Guido Zurli, celatosi, credo per vergogna, dietro l'improbabile pseudonimo di G. Z. Reds!!! Pur rimanendo confinato nel nostrano sottobosco cinematografico, il simpatico e oggi compianto cineasta toscano si era distinto per una certa originalità di intenti in alcuni prodotti a basso costo ma discretamente apprezzabili quali "E' mezzanotte butta giù il cadavere" o "Lo strangolatore di Vienna". Evidentemente mosso da esigenze "alimentari", il nostro gira svogliatamente e con rara sciatteria una pellicola assolutamente indegna per idiozia e becerume, noiosa fino all'inverosimile dove non si ride praticamente mai e nella quale si muovono, causa preclari limiti di budget, attori facenti parte delle ultime schiere di Cinecittà e dintorni. Si pensi che il ruolo della protagonista principale Brigitte è affidato addirittura a Giuliana Cecchini, in arte Amanda; già comprimaria di "capolavori" quali "Il compromesso erotico" o "Nude per l'assassino", rispolvera, per l'occasione, anche i suoi esordi di cantantina di terz'ordine intonando l'orripilante motivetto dei titoli di coda in cui ripete ossessivamente con voce sguaiata e pronuncia anglofona a dir poco abborracciata un insopportabile "I love you", "I love you", unito a strofe di ardua comprensibilità (chissà se sia mai stato stampato il relativo 45 giri!!). Quanto al restante dimenticabile cast, Enzo De Toma, quello dei "Pennelli Cinghiale", è il poco credibile imprenditore napoletano Gastone, mentre il generico Enzo Fisichella, altrove apprezzato per il suo caratteristico aplomb da maturo charmant, regredisce in questa sede a "scemo del villaggio" come figlio maggiore di Gastone, appiattendosi così al livello degli sconosciuti figuri che impersonano gli altri due infoiati fratelli minori.

Tornando sul versante femminile, la procace Gabriella Giorgelli, nelle vesti della cameriera, occupa un ruolo storicamente affidato in produzioni di tal fatta, all'istriana Benussi, indiscussa reginetta dell'italico trash dei settanta. Assunta più che altro per appagare i non ancora sopìti istinti sessuali dell'anziano Gastone, colora con un'interpretazione frizzante uno degli stereòtipi più beceri dell'immaginario erotico del gallismo o meglio del pappagallismo nostrano del tempo che fu. La non meglio identificabile Michèle Megale, che vedremo anche nel coevo dittico landiano "Supersexymarket" e "Il viziaccio", portante non poche assonanze, quanto a squallore estetico, con il film in esame, è una florida (ancorchè lievemente soprappeso) maliarda intenta a circuire il più giovane dei figli di Gastone, al fine di accasarsi con il classico "matrimonio d'interesse".

Girato in estremo risparmio e quasi tutto in interni, "Il terno a letto" fa parte di una paccottiglia di scadenti filmetti erotici per platee di pochissime pretese, che furono ospitati in quel periodo negli studi della "Icet-De Paolis" di Cologno Monzese, già piccola Cinecittà del capoluogo lombardo e oggi, ahimè, fagocitati dalla berlusconiana "Mediaset".

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