La recensione su Cold Wind Blowing

di undying

1 stelle

Il vento freddo da qualche parte soffia di sicuro, ma in questa opera prima "scolastica", al suo posto, regna sovrana la noia.

Nomi (Angela Way) e Thomas (Dallas Petersen), due fratelli, invitano un gruppo di amici nella remota baita di famiglia per festeggiare il Natale, tentando di dimenticare la drammatica situazione che coinvolge i loro genitori, che sono sul punto di divorziare. Mentre il gruppo di conoscenti è in viaggio per raggiungere la coppia, la radio diffonde notizie su un assassino, non identificato, che sembra agire nei paraggi della destinazione.

Esordio in regia della giovane Dionne Copland, della quale imdb informa:

"Nel maggio 2017 ha conseguito una laurea con specializzazione in produzione cinematografica e un'altra minore in studi cinematografici. Nel dicembre dello stesso anno ha scritto e diretto il suo lungometraggio d'esordio Cold Wind Blowing. Cresciuta nella videoteca, Dionne ha un profondo legame con tutti i tipi di cinema."

Stiamo parlando di un horror il cui budget si aggira attorno a 46.000 dollari, raccolti con il metodo del crowdfunding. È dunque l'opera prima di una ex-studentessa, fresca di laurea, che riesce a raggruppare un discreto cast, considerata la circostanza. Larry Fessenden, come sempre e con meritevole altruismo, sponsorizza il film senza apparire come attore se non dietro la maschera del mostro e prestando la voce allo speaker della radio. La storia, sempre scritta dalla Copland, è quanto di più prevedibile e noto si possa immaginare. Ci vuole quasi un'ora per arrivare al dunque, durante tutto questo tempo i dialoghi si dilungano nelle solite conversazioni di circostanza. Quando subentra un pò d'azione, compaiono sulla scena un teschio di cervo e un paio di artigli finti. Si scopre così che l'assassino non è umano, ma piuttosto una non meglio precisata entità. Quindi tutto è lasciato fuori schermo, dai delitti alla creatura. Cold wind blowing procede per un tempo esageratamente esteso, arrivando a raggiungere quasi le due ore, nel tentativo, impossibile, di imitare lo stile di Sam Raimi. Evil dead (La casa) era nato in un contesto simile, una specie di gioco tra studenti. Ma tra i due film c'è un abisso. Copland firma così il classico "compitino scolastico" che dovrebbe restare ad esclusivo uso dei professori accademici. Ma purtroppo si è già laureata e questo orrore di film è destinato al pubblico, esaltato da pareri entusiasmanti da parte della critica ufficiale americana, composta essenzialmente da giovani recensori che sono interessati per tornaconto economico a promuovere certi prodotti o, peggio ancora, si sono formati acriticamente visionando opere di basso livello, tipiche delle produzioni horror USA del nuovo millennio, guardandosi bene dal fare impietosi paragoni con i veri registi e i grandissimi film del passato.

"Arrivò di colpo dietro la siepe e la passò con un salto; nessuno l'aveva visto venire, nessuno lo vedeva, ed era da per tutto. Era giù basso sull'erba, che si piegava e si alzava in strisce d'un verde pallido quasi cenerino; più giù ancora, nella conca bruna dello stagno, che si apriva e si allargava. Era in alto, lungo i lini bianchi, appena lavati e messi sulla fune; più in alto ancora, tra i ciuffi degli alberi, tremanti in ogni foglia."

(Giuseppe Fanciulli)

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