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The Bunker Game

Regia di Roberto Zazzara vedi scheda film

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La recensione su The Bunker Game

di alan smithee
5 stelle

locandina

The Bunker Game (2022): locandina

SKY CINEMA

Il film di Roberto Zazzara è un horror che si fa forte di un incipit storico, in grado di delineare l’ipotesi di una svolta inaspettata della Seconda Guerra Mondiale.

Conseguenze incredibili sul futuro che getteranno le basi per un presente davvero alternativo e oscuro.

L'opera si apre con immagini di un passato che ci riportano ad esiti della Seconda Guerra Mondiale decisamente inediti e del tutto sconvolgenti.

The bunker game immagina che la Germania abbia vinto la guerra, e che un decennio dopo le forze americane abbiano sganciato una bomba nucleare riducendo il mondo esterno in una terra contaminata e deserta.

Di qui la costruzione di un lungo cunicolo da parte dei fascisti presso il Monte Soratte, non distante da Roma.

Da questo originale ed inquietante presupposto nasce il cosiddetto LARP, ovvero Live-action Role Play, che si sintetizza in un gioco di ruolo organizzato nel rispetto dei minimi dettagli, in cui i partecipanti si calano completamente nella situazione, nelle atmosfere e nei personaggi.

scena

The Bunker Game (2022): scena

scena

The Bunker Game (2022): scena

La competizione prevista dal gioco, si trasforma però presto in un incubo, quando i concorrenti, ridotti ad un piccolo numero a seguito di un incidente tecnico occorso che ha allontanato la maggior parte degli ospiti, si rendono conto di essere rimasti intrappolati e di rivelarsi succubi di una presenza paranormale che li perseguita e decima secondo modalità efferate ed inquietanti.

Girato nei pressi della capitale, nelle vere inquietanti gallerie-bunker del Monte Soratte, il film horror di Zazzara si presenta come un’opera organizzata con evidente professionalità, forte di una elegante confezione, illuminata da suggestive ed efficaci scenografie e impreziosita da in cast internazionale che vede impegnati attori piuttosto noti come Richelmy e la Weiss.

Certo è che, una volta scoperto “l’inganno”, indotti a tirare le somme di un film horror che rimane inevitabilmente obbligato ad osservare, almeno nel suo resoconto finale, i dogmi obbligatori e necessari di genere, la vicenda perde gran parte del suo forte appeal iniziale.

E dire che il film si fa forza di implicazioni e sottotesti anche ambiziosi e complessi, come la tematica della maternità della protagonista, messa in pericolo dalle mutate circostanze di quello che doveva solo apparire come un gioco dalle atmosfere distopiche ed avveniristiche (la vicenda ipotizza la sopravvivenza dei nazisti attraverso la nascita di un “Quarto Reich”).

In una tale situazione, lo spettatore si ritrova pertanto in una situazione in cui quasi rimpiange di non trovarsi più di fronte il gioco galvanizzante ed altamente suggestivo che faceva da premessa introduttiva, trovandosi invischiato nell’horror che si aspettava di trovare, ma anche davanti ad una storia che ha perso gran parte del suo interesse e del suo appeal.

 

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