Regia di Marek Piestrak vedi scheda film
Il seguito di The wolf (1983) propone ambientazioni e personaggi del tutto differenti. Il contagio della "lupa" si manifesta per contatto con la reliquia (un teschio) e questa volta, nel rispetto della tradizione iconografica, la nuova creatura si presenta in forma ibrida, nella più classica morfologia del licantropo.
Cracovia, XIX° secolo. Il pittore Kamil (Jerzy Zelnik) è in prossimità di congiungersi in matrimonio con la graziosa e delicata Krystyna (Grazyna Trela). Tuttavia, senza preoccuparsi più di tanto della situazione, prosegue anche una relazione sentimentale trasversale con una sua modella che, venuta a conoscenza delle imminenti nozze, lancia su di lui una tremenda maledizione. Per una strana coincidenza, contemporaneamente un fulmine colpisce la tomba della contessa Julia, liberando il teschio di un lupo mannaro. Recuperato dal custode del cimitero, il macabro reperto viene ricondotto proprio a casa della defunta, per essere dato in custodia a Ziembalski (Leon Niemczyk). Dopo la cerimonia nuziale, Kamil accetta l'invito della cugina Stefania (Marzena Trybala) a trascorrere la luna di miele nel palazzo di famiglia. La coppia di sposi è destinata a trascorrere la prima notte di nozze nella ex camera della contessa Julia. Solo la governante di casa, l'anziana zitella Agata (Malgorzata Prazmowska), è a conoscenza del pericolo che minaccia i due amanti. A palazzo sono presenti altre donne: le figlie di Ziembalski (Ania e Iza), la serva Ewelina e la cameriera Pelasia. Una di loro si è ferita con il teschio, e sottoforma di "lupa" appare pericolosamente sulla scena.
Return of the wolf: scena
Per il seguito dell'interessante The wolf (1983), la produzione decide di ampliare il cast, ingaggiando alcuni dei più celebri attori della cinematografia polacca. Vengono scelte location importanti, tipo il palazzo di Karol Scheibler, l'odierno Museo della Cinematografia in Polonia. È confermato alla regia Marek Piestrak, che però questa volta non ha voce in merito alla storia, dato che la sceneggiatura viene affidata a ben tre differenti autori (Wojciech Jedrkiewicz, Wojciech Nizynski e Jerzy Siewierski). Elementi in comune con il film precedente restano però ben pochi se si esclude il budget ridotto, che non permette agli autori degli effetti speciali di realizzare trucchi di buon risultato. Sono presenti un paio di trasformazioni (anche a passo 1) e in linea di massima più accentuato è l'aspetto erotico, garantito dalla cospicua presenza di graziose interpreti disposte anche a girare poche, ma significative, scene di nudo integrale. La figura di Julia svanisce per fare spazio a una nuova lupa mannara, la cui identità resterà celata sin quasi alla fine. Elementi puramente fantastici e orrorifici sono inseriti nel racconto a fasi alterne: una premonizione con tarocchi, un quadro con ritratto destinato a mutare (alla Dorian Gray), un rito magico con pupazzo simboleggiante la lupa mannara e una decapitazione di un cavallo, che si spera non essere avvenuta veramente.
Return of the wolf: foto dal set
Una graziosa cinematografia e buone interpretazioni non sono però sufficienti a rendere più riuscito il lungometraggio che, a differenza del primo capitolo, perde sostanzialmente in ritmo e atmosfera. Girato prevalentemente in interni lussuosi, Powrót wilczycy procede più come melodramma, puntando su personaggi poco credibili a cominciare dal protagonista (Kamil): drogato e privo di personalità, al punto tale che, dopo la morte della sposa (annegata in vasca da bagno dalla lupa mannara, che stavolta assume le sembianze del licantropo), non disdegna di corteggiare le varie fanciulle presenti nel palazzo. Il finale pirotecnico, con immancabile pallottola d'argento risolutrice e successivo incendio, resta aperto a un terzo capitolo, mostrando una delle figlie Ziembalski che recupera il teschio tra le macerie. Capitolo poi non realizzato data la tiepida accoglienza del pubblico polacco, rimasto in buona parte poco soddisfatto dalla visione.
Return of the wolf: scena
Return of the wolf: foto dal set. In primo piano, il regista Marek Piestrak
"Ed una lupa, che di tutte brame
sembrava carca nella sua magrezza,
e molte genti fè già viver grame,
questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch'uscìa di sua vista,
ch'io perdei la speranza dell'altezza."
(Dalla "Divina Commedia" di Dante Alighieri)
F.P. 01/04/2022 - Versione visionata in lingua polacca (durata: 90'23")
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