La recensione su Night's End

di undying

2 stelle

L'ennesimo horror girato in fase di pandemia. Privo di senso, con un solo attore rinchiuso in una stanza. 80 minuti interminabili.

Ken (Geno Walker) - divorziato, disoccupato e con un tragico passato da alcolista - si trasferisce a vivere in una nuova città, lontano dalla sua ex moglie e dai figli. Si stabilisce in un appartamento, nel quale trascorre la maggior parte del tempo isolandosi completamente dal mondo esterno. Realizza costantemente video personali su YouTube, fino a quando gli spettatori di una delle clip notano qualcosa di strano. Avvertono Walker, che lentamente scopre di essersi trasferito in un appartamento infestato.

Night's end: Geno Walker

Un solo attore, che interagisce virtualmente con alcuni conoscenti su internet. Un'ambientazione claustrofobica costituita dal piccolo appartamento in cui vive il protagonista. Tante, tantissime, inutili chiacchiere per riempire l'ennesima film girato in fase di pandemia, che non offre praticamente nulla di spettacolare e ancora meno funziona sul piano narrativo. Terza regia di Jennifer Reeder - seguente Signature move, Knives and skin, anche autrice del poco riuscito episodio (Holy hell) contenuto nell'antologico V/H/S/94 (2021) - qui all'opera su una irrisolta sceneggiatura di Brett Neveu. Night's end sembra essere stato girato ai minimi termini, con un modesto budget volatilizzato in maggior parte come cachet, destinato a un paio di celebri attori (tipo Michael Shannon) convocati per fare una veloce comparsa in chat. Sono 80 minuti di vuoto spinto, durante i quali la noia diventa l'unica vera "guest star".

Night's end: Geno Walker

"Solo forti e specialissime nature sopportano l'isolamento, e sempre a condizione che sia relativo e interrotto. Gli altri lo pagano caro. Non si vive impunemente solo di sé. Ed è giusto che sia così perché l'isolamento, quando non è voluto da alte ragioni intellettuali o spirituali, ha generalmente le proprie radici nella pigrizia, nell'egoismo, nell'impotenza, in quella 'paura di vivere', insomma, che è un male tra quelli che affliggono l'umanità, di cui non si è ancora parlato abbastanza."

(Henry de Montherlant)

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