Regia di John Milius vedi scheda film
Opera dura e violenta, un tour de force di rapine e fughe ma anche un magistrale ritratto degli USA della 'Grande Depressione'. 7,5 FRONTALE
Dillinger è un violentissimo e 'frontale' ritratto non solo del noto criminale ma di un'era intera, di una nazione. Il ritmo delle rapine e della violenza non si placa mai, bisogna metabolizzarlo, poi il continuo loop colpisce e le differenze fra autorità e malavita si affievoliscono, evidenziando fra i due contendenti un terzo elemento, disilluso, rancoroso, depresso: il popolo americano. Così fin da subito i frames in b/n a metà fra fiction e documentario, raffiguranti il contesto USA della 'Grande Depressione', non contornano solo la vicenda ma ne amplificano il senso. Il film diventa dunque politico anche perché fugge dalla facile 'poesia' del criminale, rendendolo invece il meno fraintendibile possibile allo stesso piano degli sbirri. Lo splendido cast dà una mano a Milius in un continuo martellamento, un tour de force narrativo sfondando le porte dell'empatia e del coinvolgimento più profondo dello spettatore. Non ci fermiamo al classico biopic, gangster-movie ma entriamo nella storia, nelle pallottole, negli splendidi colori tendenti al marrone della fotografia, dai suoni delle canzoni d'epoca... Il regista si conferma sin da subito un regista/cartina tornasole di certi sentimenti puramente statunitensi, in questo ennesimo lato oscuro del sogno americano.
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