Regia di John Milius vedi scheda film
Vita e opere del nemico pubblico...di chi non importa ...Milus con questo robusto film d'azione esordisce brillantemente alla regia e narra le gesta di un rapinatore di banche sanguinario e inafferrabile.All'inizio però non sembra così,fino a quando viene arrestato Dillinger(un gigantesco Warren Oates) dice che non ha mai ucciso nessuno,ma sinceramente non so se c'era da credergli.Milius sembra che parta dall'intento di idealizzare la figura del bandito,creando una sorta di entità inaffferrabile ,cerca di inserire la figura di questo rapinatore di banche in un epoca,quella della Grande Depressione,volendolo far apparire come figlio del suo tempo,figlio di un epoca brutale e contraddittoria dove sicuramente poteva mancare il pane ma non il fucile in ogni casa che si rispetti.In questo il film è molto più teorico ad esempio di Gangster Story anche se tutti e due rimarchevolmente sottolineano che la violenza è sempre violenza da qualunque parte venga.In effetti tra poliziotti e banditi,cacciatori e prede non ci sono poi tutte queste differenze.Utilizzano le stesse tecniche ,gli stessi metodi,ma mentre i poliziotti e i federali sono barricati dietro il concetto di legge,i rapinatori no.Anzi qui il concetto di legge è qualcosa di molto aleatorio,quasi impalpabile.Poi il film subisce uno scarto improvviso nello sguardo dell'autore.Quando entra in scena il più capace agente federale nella caccia ai malavitosi,Melvin Purvis,il loro diventa un confronto tra uomini d'onore,diventa un duello personale da vivere rispettando regole d'onore non scritte.E in questo si legge sia il rifiuto di arrestare Dillinger in un ristorante a cena con la sua donna(e l'arresto essendo solo sarebbe stato anche semplice da eseguire)offrendo loro anche una bottiglia di champagne sdegnosamente rifiutata,sia il rifiuto di farsi aiutare dagli altri agenti quando gli hanno teso l'agguato finale all'uscita del cinema:evita di dare i segnali convenuti ai colleghi per arrestarlo,ma preferisce fare tutto da solo,come se volesse mettere fine ad un ossessione(che però a quanto riportano le cronache storiche lo accompagnò per il resto della vita,addirittura si suicidò con la stessa pistola con cui aveva ucciso Dillinger).Milius anche in una storia apparentemente di volgari rapinatori di banche crea due personaggi antitetici ma di indubbio spessore nobilitando la materia narrrativa a scontro titanico tra due concezioni di vita.Il film è percorso di continuo da rapine alle banche e da sparatorie(molto belle le sequenze dell'assedio alla casa dove si trova la banda),insomma da scene d'azione anche molto violente per i canoni dell'epoca ma alla fine si ha la sensazione che la violenza è raffigurata per meri fini estetici,estetizzata quasi in qualcosa d'irreale....anche se i morti lasciati da Dillinger e dai suoi compari ...quelli si che erano reali,come le esecuzioni sommarie a cui sono sottoposti i complici di Dillinger quando sono catturati...come dicevamo prima,il concetto impalapabile di legge...
particina da delatrice(Madame Sage).Ingiudicabile
non male
Degno contraltare di Oates/Dillinger.Bravissimo
Gigantesco,al pari di molti film di Peckinpah...
regia di robusto mestiere nonostante sia un esordio
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta