Regia di Gigi Gaston vedi scheda film
Dopo Gena Rowlands (Gloria nel 1980) e Sharon Stone (Gloria nel 1999), arriva Lena Headey.
Personalmente preferisco la pellicola di Lumet all’originale di Cassavetes, ma certamente entrambe sono di tutt'altro livello rispetto al film della Gaston; d’altronde leggo che la regista americana non ha un palmares degno di essere ricordato…
In questo (inopportuno) remake-del-remake non c’è nessuna idea nuova, ma solo piccole varianti: un floppy che diventa un tablet, uno zio (al quale scaricare l’orfano) che stavolta non viene ucciso dai cattivi, una vecchia amica che l’aiuta e le regala un’auto rottame invece che una elegante berlina azzurra.
Le interpretazioni sono tutte al limite: un ragazzino esperto di informatica e di trading in criptovalute (mercato tra i più difficili), una ballerina di burlesque a fine carriera (pare un omaggio ad un’amica), un cattivo con lo sguardo sempre perso nel vuoto (che sul set ci sia il suo avatar?).
Anche la trama non scorre liscia, con diverse lacune probabilmente accentuate da un montaggio migliorabile.
E la domanda, ancora una volta, è: ma qual’è il senso di questo progetto?
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