Regia di Domenico Procacci vedi scheda film
La squadra del titolo è quella composta da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli. Una squadra formidabile, che riuscì a vincere l'unica finale di Coppa Davis che l'Italia si sia mai aggiudicata. Guidati in quell'occasione da Nicola Pietrangeli, i quattro arrivarono in finale altre tre volte dopo la vittoria in Cile nel 1976: nel 1977, nel 1979 e nel 1980. Il film "diretto" (le virgolette sono d'obbligo) dal produttore Domenico Procacci è una riduzione per le sale cinematografiche di una serie televisiva realizzata per Sky. Sul grande schermo rimangono impressi gli episodi probabilmente più significativi: la discussa finale in Cile sotto la dittatura di Pinochet (la giochiamo? Non la giochiamo?), che scomodò anche i vertici della politica italiana; le baruffe da spogliatoio tra Panatta e Bertolucci da una parte e Barazzutti e Zugarelli dall'altra; la furia di Panatta dopo essere stato sbeffeggiato per un'intera partita in Spagna. Di tennis se ne vede poco; in compenso, ci si gusta un'aneddotica ricchissima, che fa rimbalzare la rievocazione dei ricordi da una parte all'altra del campo - attraverso un montaggio che è il vero valore aggiunto del film - tra smash, volée e rovesci mnemonici che restituiscono appieno l'idea di una dimensione agonistica, giocata sulla parola, che va ben oltre il rettangolo in terra rossa e l'uso della racchetta. Si tratta, dunque, più di un'opera attenta alla psicologia sociale che al tennis. Un'opera che senza alcuna presunzione riesce a cucire le tessere del complesso mosaico relazionale su una trama divertita, nella quale - nei diversi capitoli che articolano il film - certamente non mancano le occasioni per una piena risata (impagabile quella in cui Panatta vuole 'togliere il vizio' del dritto all'avversario di turno). Peccato solo per l'abuso della musica (tanta, troppa, firmata da Mauro Pagani), talmente onnipresente da rendere a tratti impossibile persino udire le parole.
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