Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
La tecnica sofisticata, concentrata sui suoni, di “La conversazione” è diventata, in molti thriller contemporanei, una tecnologia che muove la trama, riempie le sequenze, cronometra il ritmo del racconto, influenza l’aspetto figurativo dei film. I monitor sezionano le inquadrature, i satelliti sconfiggono l’invisibilità. L’hi-tech applicata al cinema sfonda i confini del fuoricampo e detta nuove regole della visione e della tensione. È un modello di spettacolo che si evolve, indipendentemente dal valore dei singoli film. “Bait - L’esca”, diretto con una certa perizia da Antoine Fuqua (“Costretti a uccidere”), porta il suo contributo a questo sottogenere, con alcuni incisi stonati, tra il romantico e il comico, che diluiscono più del necessario l’azione. Due criminali, un genio maligno del computer (Doug Hutchison, il secondino sadico di “Il miglio verde”) e un autista di mezzi pesanti, rubano quarantadue milioni di dollari in lingotti d’oro alla Federal Reserve di New York. Nella stessa notte due ladruncoli neri puntano, più modestamente, sul furto di gamberoni. Uno dei due, Alvin (Jamie Foxx) che aspira a una vita meno spericolata diventa l’esca elettronica per catturare il feroce e sanguinario “lupo” informatico. Tutto si risolverà tra l’ippodromo e lo “zoo del Bronx”, perché non c’è nessun posto come “casa”.
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