Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film
Non il miglior Miyazaky, ma un film che continua la tradizione di un cinema di animazione coinvolgente, pieno di colori, fortemente introspettivo nella natura dei protagonisti e con un continuo rimando alle tradizioni giapponesi
Miyazaky è sinonimo di emozione, ma anche di immersione in storie che spesso scavano nel profondo dei protagonisti, ne costituiscono una sorta di psicoanalitica messa in scena, dove ogni personaggio ha un suo preciso ruolo, vero o immaginario che sia. Non fa eccezione quest'ultimo lavoro dello studio Ghibli che riempie lo schermo di un caleidoscopico mondo abitato da creature fantastiche, e dove il piccolo protagonista letteralmente si immerge, da novello Orfeo alla ricerca della sua Euridice, alla riconquista di un passato che lo ha privato della madre, morta in un incendio, e che nel mondo parallelo ritrova quando era ancora bambina. Non certo un film per i più piccoli (come buona parte dei film di Miyazaky, d'altro canto..), anche se visivamente molto coinvolgente a qualsiasi età, "Il ragazzo e l'airone" non raggiunge tuttavia le vette di poesia e magia de "La città incantata" (a cui molto si ispira) o di "Ponyo sulla scogliera", ed a volte sembra girare a vuoto, intorcigliandosi in una trama non sempre lineare. Resta comunque il fascino di un modo di fare animazione unico, pieno di rimandi alla cultura giapponese, e di impatto sempre comunque coinvolgente.
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