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La Casa - Il risveglio del Male

Regia di Lee Cronin vedi scheda film

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La recensione su La Casa - Il risveglio del Male

di YellowBastard
6 stelle

La Casa di Sam Raimi ha acquisito nel tempo lo status di film di culto, basato principalmente sulle sue originalissime modalità narrative e sulla particolare natura artigianale di horror a bassissimo badget, avendo la freschezza e soprattutto (?!) l’audacia di un film fatto a 21 anni insieme a un gruppo di amici (in pratica il sogno di ogni aspirante filmaker).

 

La casa: storia e recensione dell'inaspettato cult diretto da Sam Raimi

 

Una pellicola su cui si fatica a costruirci sopra una determinata etichetta in quanto, pur avendo un tema ben preciso ed essendo formalmente un horror demoniaco, per forma e approccio è estremamente vario rispetto a come possa essere definito (o percepito) avendo la capacità di guardare oltre alla propria (semplicissima) struttura iniziale trasformandosi, con i due capitoli successivi, prima in un sequel “barra” remake influenzato dalla commedia slapstick ma in salsa horror e poi in uno spassoso film fantasy d’avventura di ambientazione medioevale, rimodellandosi costantemente per non ricalcare le proprie stesse orme.  

In pratica è il “come” viene trattata la cosa e non il “cosa” viene trattata a definirne la propria specificità.

 

Di conseguenza è praticamente impossibile relazionarsi a La Casa – IL risveglio del male senza confrontarsi con la (epocale?) trilogia originale di Raimi passando anche per il reboot di Fede Alvarez del 2013 (remake serissimo, e violentissimo, della prima pellicola) e alle tre stagioni della serie tv Ash vs. Evil Dead del 2015, seguito “ufficiale” (per quanto possa esserci qualcosa del genere nella saga de La Casa) de L’Armata delle Tenebre.

Anche perché La Casa è una di quelle saghe che ha portato innumerevoli novità al genere horror decretandone, in qualche modo, anche nuovi stilemi, a partire dal connubio tra gore e ironia, con trovate spesso irriverenti e anche nuove tecniche registiche (la famosa Shakeycam) o l’invenzione di un (anti)eroe divenuto, grazie all’interpretazione di Bruce Campbell, immediatamente iconico.

 

La casa - Il risveglio del male I Trailer italiano - YouTube

 

Girato in Nuova Zelanda e prodotto dagli stessi Raimi & Campbell insieme a Rob Tapert, storico produttore della saga fin dal primo capitolo, Il Risveglio del male, originariamente destinato in streaming su HBO MAX e solo successivamente dirottato al cinema, è scritto e diretto da Lee Cronin, che ha esordito nel 2019 con l’horror Hole – L’abisso, e nonostante uno spirito più divertito e ironico rispetto al film di Alvarez, che rimane però il punto di riferimento di questo sequel (si parla di un nuovo remake della saga, ennesimo tentativo di realizzare un franchise possibilmente remunerativo di Evil Dead, ma secondo me, nonostante un “secondo” Necronomicon, questo è più un seguito del film di Alvarez che non un vero e proprio reboot), e sia realizzato piuttosto bene, riuscendo benissimo nel suo intento, che è poi quello di gettare in faccia allo spettatore secchiate di sangue e liquami vari, il film non mi ha convinto del tutto.

 

Dopo una premessa che fatica un po' ad ingranare inizia la classica mattanza ed è qui che Cronin dà il meglio (o il peggio?) di sé, dimostrandosi comunque un buon mestierante ed esaltando i cultori del fandome di Evil Dead, tra litri di sangue, mutilazioni, lacerazioni e frattaglie varie in un’ora e mezza di sanguinoso divertimento (e che sfocia anche nel body horror) e (auto)alimentandosi di citazioni, riferimenti e omaggi a diversi cult dell’horror, probabilmente anche a troppi per non peccare (forse) di eccessiva referenzialità.

 

Le reazioni della stampa da La Casa - Il risveglio del Male

 

A partire da un’ambientazione urbana che ricorda tantissimo il nostro Demoni 2 (di cui riprende anche parte del look dei demoni) o all’ascensore (di sangue) di Shinning o ancora a La Cosa di Carpenter e a The Society -The Horror di Brian Yuzna, ma anche con i posseduti che si muovono, a scatti, come gli spettri giapponesi di The Grunge (e il remake americano era stato prodotto, guarda caso, proprio dalla Ghost House Pictures di Raimi) e a un finale molto cameroniano, alla Aliens, e allo scontro tra madri (surrogate), una umana e una “mostruosa”, per la salvezza di una bambina (e vinta dalla prima non lanciandola nello spazio ma dentro a un tritarifiuti mobile) per non parlare poi dei riferimenti diretti alla stessa saga di Evil Dead, dalla pizza con il logo Henrietta alla classicissima motosega (sempre presente in ogni film della saga) o ancora alla scena della possessione in ascensore di Beth che cita apertamente quello dello stupro nel bosco del primo capitolo, ma introducendo nel contesto narrativo dinamiche familiari che risultano comunque nuove nella storia di Evil Dead ma senza averne né la convenzione né, probabilmente, l’interesse di svilupparle a dovere sprecando l’intuizione di un’eroina femminile alternativa legandola pigramente all’abusatissimo tema della maternità (e facendo la stessa cosa anche al “mostro” della storia).

Come se per scrivere un personaggio femminile davvero forte e interessante si debba ricorrere sempre alla stessa cosa.  

 

A interpretarle comunque un’Alyssa Sutherland convincente e spaventosa (fin dalla sua prima apparizione è chiarissimo il ruolo che avrebbe assunto) e una combattiva Lily Sullivan, funzionale pur nei suoi cliché di eroina alla Ripley.

Completano poi il cast i giovanissimi Morgan DaviesGabrielle EcholsNell Fisher.

 

La Casa - Il Risveglio Del Male | UCI Cinemas

 

Un classico “funhouse” quindi che, pur non essendo un vero e proprio sequel né della trilogia originale né del remake di Alvarez di dieci anni fa (forse il termine più esatto sarebbe quel “requel” ormai così di moda oggi giorno?), proprio come il demone del finale ricuce insieme pezzi di teste, gambe e braccia e ne realizza un patchwork di altrettanti stilemi orroriferi che, nelle intenzioni, dovrebbero portare a una nuova “creatura” di successo costruita appositamente per le nuove generazioni, ma con una sovversione, come ormai accade spesso nelle grandi produzioni, soltanto apparente e percorrendo al contrario soltanto binari di successo ben prestabiliti.

Ma Evil Dead originariamente era un’altra cosa.

 

VOTO: 6

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