Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Il film d'esordio di Fassbinder è un caleidoscopio di stili ed umori che cambiano man mano che i minuti passano: da un inizio, che sembra una parodia di 'Fronte del porto', dove Franz (Fassbinder stesso) si rifiuta di aderire alle pressioni di un'oscuro sindacato e viene per questo affiancato da uno sgherro di nome Bruno (Ulli Lommel), fatto di lunghe e stranianti inquadrature con la camera fissa e attori che entrano ed escono dalla stessa, si passa a una parte, appartenente ai generi gangster e noir, in cui, viceversa, la cinepresa compie movimenti fluenti ed ampi, dando vita a dei sensazionali piani-sequenza.
Altre chiare influenze, per il procedere ellittico nella narrazione, sono il cinema di Godard - oltretutto l'anzidetto Bruno ricorda per l'abbigliamento, cappello, occhiali scuri, il Belmondo di 'Fino all'ultimo respiro', e quello degli antieroi melvilliani resi da Alain Delon.
Abbaglianti la fotografia di Dietrich Lohmann e (la bellezza di) Hanna Schygulla, giovane prostituta che viene a trovarsi, suo malgrado, all'interno dello stravagante menage a trois.
Siamo molto distanti dai film per il quale l'autore bavarese è più conosciuto, quasi tutti condensati nella fase finale della sua copiosa carriera.
Voto: 8 (visto in v.o.s. su YouTube)
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