Regia di William Wyler vedi scheda film
"Mai tornare indietro . Perché sei tornato Martin? Nella vita bisogna andare sempre avanti"
Hugh Martin (Bogart) è un gangster che si è letteralmente fatto cambiare i connotati. Vuole vivere senza gli sbirri alle calcagna. Baby face, così si fa chiamare. Torna al suo quartiere di infanzia, nient'altro che abitazioni fatiscenti lungo il fiume , dove bande di ragazzini trascorrono più tempo sulla strada a delinquere che in casa; dopo anni di lontananza è deciso a rincontrare le due donne della sua vita: la madre ed una vecchia fiamma ; entrambe gli spezzeranno il cuore respingendolo. Due schiaffi nello stesso giorno, per giunta nel suo quartiere, no "faccia d'angelo" non ci sta ,si rifiuta di andar via a mani vuote e decide così di rapire il giovane rampollo dell'unica famiglia benestante che si trova a vivere in mezzo alla feccia. Un vecchio amico d'infanzia si metterà in mezzo. Finirà in tragedia.
Il quattro volte premio oscar William Wyler dirige un film che fa della critica sociale il suo spauracchio, quando sulla scia del New Deal si sperava in un risollevamento economico del paese, che invece tardava ad arrivare. Le condizioni di vita disagiate nel ghetto newyorkese sono il cuore del film: abitazioni accatastate l'una sopra l'altra, un quartiere alveare che non ha pietà dei propri figli, tanto meno di quello prodigo, colpevole di abbandono per cercar successo. Eccezionale ricostruzione scenografica dei vicoli di long island ( il regista avrebbe filmato in esterni ma la MGM glielo impedì), un set che racchiude un mondo, nel quale si rimane per tutto il film, e che farebbe invidia a quelli moderni di oggi.
Uno dei primi ruoli di rilievo per Bogart, impegnato nel ruolo di un criminale senza sfumature. Ci sono anche Claire Trevor che reciterà di nuovo con Bogart in "il sapore del delitto " e "L'isola di corallo" e Joel MacCrea all'epoca star del momento.
Film discreto che si lascia guardare, con un paio di bei momenti concentrati nell'epilogo
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