"Faccia d'angelo" Martin è un malvivente originario dell'East Side di New York. In cerca di rifugio dalla polizia che lo sta braccando, torna nei "suoi" bassifondi ma viene bruscamente scacciato dalla madre. La sua fama lo rende popolarissimo presso le nuove leve del crimine locale (i "Dead End Kids"); ma l'architetto Dave Connell, disoccupato e idealista, si contrapporrà alla sua prepotenza fino alle estreme conseguenze.
Note
Anziché in studio, Wyler avrebbe voluto girare sui luoghi reali per enfatizzare il contrasto fra i miserabili scenari in cui vivono i protagonisti e i ricchi palazzi adiacenti. Ciò nonostante, resta sempre un gran film.
"Mai tornare indietro . Perché sei tornato Martin? Nella vita bisogna andare sempre avanti"
Hugh Martin (Bogart) è un gangster che si è letteralmente fatto cambiare i connotati. Vuole vivere senza gli sbirri alle calcagna. Baby face, così si fa chiamare. Torna al suo quartiere di infanzia, nient'altro che abitazioni fatiscenti lungo il fiume , dove… leggi tutto
Un pregio-difetto di questa pellicola è l'ambientazione che se da un lato si nota subito essere costruita dentro degli studios, dall'altro conferisce uno strano fascino alla pellicola, inquadrando i protagonisti all'interno di una sorta di cartolina illustrata, statica e definitiva. Ne consegue che le figure che si muovono sulla scena acquisiscono immediatamente uno spessore umano… leggi tutto
"Mai tornare indietro . Perché sei tornato Martin? Nella vita bisogna andare sempre avanti"
Hugh Martin (Bogart) è un gangster che si è letteralmente fatto cambiare i connotati. Vuole vivere senza gli sbirri alle calcagna. Baby face, così si fa chiamare. Torna al suo quartiere di infanzia, nient'altro che abitazioni fatiscenti lungo il fiume , dove…
La Union Jack sventola sull'undicesima tappa col terzetto Lean-Leigh-Loach più il britannico ad honorem Richard Lester, nato negli Stati Uniti ma emigrato nel posto giusto al momento più giusto: Londra…
Un pregio-difetto di questa pellicola è l'ambientazione che se da un lato si nota subito essere costruita dentro degli studios, dall'altro conferisce uno strano fascino alla pellicola, inquadrando i protagonisti all'interno di una sorta di cartolina illustrata, statica e definitiva. Ne consegue che le figure che si muovono sulla scena acquisiscono immediatamente uno spessore umano…
L'idea di sottoporsi ad un intervento al volto e uscire con la faccia di Bogart fa un pò sorridere (eppure succederà anche nel film "La Fuga"), detto questo Wyler gestisce bene trama e personaggi (Bogart nell'ennesimo ruolo da gangster). Il film non mostra cali di tensione e nel complesso si guarda volentieri. VOTO: 8
Martin "Baby Face" (Bogart), divenuto pericoloso e ricercato gangster omicida, torna al vicolo ("vicolo cieco", Dead End nel titolo originale) dell'East Side di New York dove era nato e cresciuto, misero ambiente di casupole su cui ora si affacciano eleganti condomini che rendono vistosa la differenza di censo e di vita e quindi di "principi" morali. L'ambiente è ricostruito in studio, ma…
Nei bassifondi di New york torna il perfido 'Baby Face' Martin (H. Bogart in uno dei suoi primissimi ruoli), in visita alla madre e alla sua ex Francis, ma entrambe lo ripudiano e lo allontanano. In breve tempo diviene l' idolo di una piccola banda locale di giovani teppisti( i Dead End Kids), ma sarà fermato in tempo da un giovane che vuole mettere fine alla malavita del quartiere.. …
DAL LETAME NASCONO I TOPI
Un gangster stanco di uccidere viene a morire nel malfamato quartiere che ha fatto di lui un delinquente. Intanto i ragazzini scorazzano per i vicoli insalubri; quanti faranno la sua stessa fine? Bogart fa poco e sparisce presto, ma proiettato sul suo volto il film si espande, esce dal claustrofobico teatro di posa nel quale è girato e ci parla di disperazione,…
Siamo nel 1937 e le ambientazioni realistiche non facevano f parte della mentalità dei allora, tutto doveva essere ricostruito e qui davvero al ricostruzione è notevole anche grazie ad una fotografia superlativa di Gregg Toland, ottimo collaboratore di Wyler. Il gusto è teatrale, ma non guasta assolutamente la rappresentazione cinematografica. Uno studio accurato di…
In un quartiere di New York sorgono fianco a fianco le dimore dei ricchi e i tuguri dei poveri. Nell’arco di una giornata si sviluppano varie vicende: un gangster (Bogart, in uno dei soliti ruoli da cattivo quasi caricaturale che gli facevano fare all’epoca) torna nei luoghi dove è cresciuto, ma trova la madre che lo respinge e la sua ex che si prostituisce; una ragazza…
Non so quanto potrà risultare familiare a me per primo tra qualche anno questa "compilation": ma questi film ce li ho nel cuore. Insieme ad altri che in questo particolare momento non mi 'vogliono' tornare in…
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Commenti (1) vedi tutti
Il piccolo set teatrale tarpa le ali al film che non vola mai in alto tranne giusto un pò nel finale. Anche Bogart recita con troppa enfasi.
commento di marco bi