Regia di William Wyler vedi scheda film
Per scampare ad una giusta punizione, una ragazzina viziata calunnia le insegnanti del suo collegio e ne distrugge la vita. Complici una nonna e una comunità inclini a credere alle peggiori dicerie.
*** CONTIENE ANTICIPAZIONI *** Notevole questo dramma, per la regia, gli attori, i dialoghi, ma forse ancor più per la sua verità. Nella prima metà la pellicola è quasi una commedia, ma, dalla calunnia in poi, diventa un film drammatico teso e talora persino angoscioso.
Il film ci ricorda che non occorre essere proprio adulti per essere veramente cattivi; il regista rappresenta appunto la cattiveria di una ragazzina viziata, e i suoi effetti devastanti su persone innocenti e ignare. Abituata dalla nonna ad averle sempre vinte, la nipote diventa una belva che sbrana tutti pur di aver ragione anche quando ha torto, e di preservare la sua maschera di brava ragazza. E' quasi incredibile il castello di menzogne e di ricatti che mette in piedi, ciò non di meno è realistico; uno dei meriti del film è proprio questa franchezza nel rappresentare il male odioso così com'è. Del resto, la calunnia principale è una, ma di fatto ne sputa di altre come una mitraglia. Per di più l'incapacità della nonna a credere che la ragazzina possa arrivare a tanto è un altro elemento di realtà presente nel film. Del resto è un comportamento sempre attuale che non è difficile ravvisare nella realtà: il fatto che gli adulti non vogliano credere che figli e nipoti siano capaci di ingannarli e di manipolarli nei modi più meschini, è una debolezza che permette ai loro comportamenti negativi di nascere e di proliferare. Un altro elemento che viene stigmatizzato da questa pellicola è il prendere subito la calunnia per oro colato, tanto più quanto più è orribile, senza neppure prendersi la briga di verificare e riscontrare. La nonna, infatti, sulle prime scettica, sembra convincersi quando la nipote inventa i particolari peggiori.
Lo schiaffo che la ragazzina finalmente si prende dalla domestica - la quale sembra da subito aver più buon senso della nonna - è il banale spillo che fa scoppiare l'enorme e spaventoso drago gonfiato, solo che arriva troppo tardi.
Il finale è lieto solo in parte, come a dire che non è possibile riparare del tutto un male così grande, quandanche apparisse la verità e subentrasse il pentimento di chi ha sbagliato.
Un altro personaggio negativo è la zia della ragazza bionda, la quale finisce per essere un tassello della rovina di se stessa e della sua amica. L'errore che fa la ragazza è di non metterla alla porta quando sarebbe stato il momento, per debolezza e poca risolutezza. E' chiaro anche a lei, infatti, che quella donna per ben che vada è un impiastro, e per male che vada una pericolosa piantagrane (come infatti sarà).
Il film raggiunge picchi di intensità drammatica proprio quando viene mostrata la genesi della calunnia (indovinato il titolo italiano, perché questa è al centro), e l'incendio che ne scaturisce. Il vedere come la ragazzina pestifera metta tutti nel sacco con le sue sottili tecniche persuasive fa stringere lo stomaco e scuotere il capo. Qualche lieve smagliatura nello sviluppo l'ho notata nella penultima parte, con i calunniati da soli nella casa triste e desolata. Ma è poca cosa in un film molto riuscito e coinvolgente.
Wyler offre una regia classica e asciutta, che fa scorrere il film e tiene desta l'attenzione. Gli attori sono bravi, ma la parte della leonessa la fa Bonita Granville (la calunniatrice), che offre un impressionante spettro di espressioni, di mossette, di sfoghi e di simulazioni. Senza di lei il film non avrebbe funzionato così bene. Ho letto che la sua interpretazione colpì il pubblico dell'epoca, ma che non ebbe però una carriera degna di nota. Curioso.
Il successivo rifacimento dello stesso Wyler è buono, ma secondo me non come questo.
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