Regia di David F. Sandberg vedi scheda film
È un momento molto delicato per l'Universo Cinematografico della DC Comics.
Da quando Hollywood è ripartita dopo il Covid la Warner Bros. ha deciso di “disconoscere” il DC Extended Universe, fondato principalmente sulla “verve” creativa di Zack Snyder, in favore di un reboot (totale o parziale sembra sia ancora da definire), innescato dal reset della timeline che vedremo presto in The Flash (ex Flashpoint) di Andy Muschietti, e affidandone la guida alla coppia James Gunn & Peter Saffran, aspetto questo che ha reso l’attesa per questo nuovo Shazam - Furia degli Dei, sequel del cinecomic che pochi anni or sono aveva piacevolmente sorpreso pubblico e (anche?) critica e una delle ultime pellicole dell’ormai rottamato Universo Cinematografico DC, quasi inesistente (o superfluo).
D’altronde perché interessarsi per qualcosa che nel giro di qualche mese sarà (probabilmente?) cancellato in favore di un nuovo universo narrativo?
Domanda legittima alla quale la nuova pellicola di David F. Sandberg, tornato dietro la macchina da presa dopo il primo capitolo, cerca di dare un responso positivo.
C’è riuscito? Non proprio.
Tutto quello che aveva funzionato nel primo Shazam di Sandberg torna nuovamente in un racconto sulla famiglia studiato per la famiglia, secondo una formula collaudata e ormai ben amalgamata a partire dall’ironia nella scrittura, dalla capacità di non prendersi troppo sul serio e di ironizzare invece sui crismi più classici del genere per quella che si rivela ancora più che una commedia leggera fatta di intrattenimento, divertimento e classico eroismo quasi una parodia vera e propria del genere.
Privo di particolari guizzi registici ma con una storia classicissima e una vena eroica estremamente tradizionale, Shazam 2 si presenta come un’avventura più corale e che costruisce l’intera narrazione sulla simpatia dei suoi protagonisti, cercando di dare maggiore spazio ad ognuno di loro, ma con una messa in scena e un comparto tecnico tutt’altro che eccelso, soprattutto quando si tratta di rendere su schermo diverse creature mitologiche, ma che il tono particolarmente ironico del film cerca comunque di stemperare, mentre i diversi tentativi di legarsi all’ormai morente DCEU appaiono spesso forzati o, addirittura, goffi, a iniziare da un (grosso) cameo veramente troppo gratuito (e con l’ingrato ruolo di “enorme” deus ex machina che ha lo scopo per ribaltare una situazione apparentemente impossibile).
In questo senso la stessa mitologia di Shazam e delle divinità greche all’origine dei loro poteri appare abbastanza raffazzonata e risulta piuttosto un grossolano pretesto per raccontare una storia che, a prescindere dal tema principale della famiglia che resta tale anche quando i suoi membri prendano strade differenti, non scivola eccessivamente nel macchiettistico soltanto grazie al lavoro di un cast capace di reggere il tono leggere e l’ironia della pellicola senza che risulti troppo stucchevole malgrado un Zachary Levi che ci mette decisamente cuore ma che appare, nonostante sia spesso il motore degli eventi, fin troppo accessorio (!) mentre le new entry che si contrappongono agli eroi, le figlie di Atlante Helen Mirren, Lucy Liu e la lanciatissima Rachel Zegler pur senza strafare risultano abbastanza convincenti.
Dalla prima pellicola tornano inoltre Asher Angel, Jack Dylan Grazer, Djimon Hounsou, Michelle Borth, Grace Fulton, Adam Brody, Meagan Good, Faith Herman, Marta Milans, Ross Butrler, Ian Chen, Cooper Andrews, D.J. Cotrona e Jovan Armand.
Alla fine, questo sequel sembra sacrificare (inevitabilmente?) buona part di quell’effetto novità/originalità che risultò essere vincente (!) nella precedente pellicola e pur conservandone la freschezza e il divertimento (!!) presenta una criticità di impostazione generale che, pur in linea con le origini del personaggio, potrebbe risultare troppo (coraggioso?) “sciocco” per il cinema di oggi.
Infatti, il franchise di Shazam (che infatti è costruito per un pubblico estremamente giovane) riprende molto del tono e delle atmosfere del periodo delle origini alla Fawcett Comics (parliamo degli Anni’40) che non del successivo periodo alla DC Comics (primi anni’70), e certe ingenuità e/o facilonerie dell’epoca riproposte da Sandberg (il cameo di Wonder Woman, per quanto sbagliato, ne è solo l’esempio più eclatante) oggi risulterebbero troppo estreme e/o discordanti, stridendo eccessivamente con quanto invece proposto da altri.
VOTO: 5,5
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