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Intimacy - Nell'intimità

Regia di Patrice Chéreau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Intimacy - Nell'intimità

di ethan
8 stelle

A Londra Jay (Mark Rylance), barista con un matrimonio fallito alle spalle, e Claire (Kerry Fox), attrice con velleità anche di insegnante della sua professione ma costretta a recitare in squallidi palcoscenici situati nel retro di pub altrettanto scalcagnati, si trovano una volta a settimana (il mercoledì) nell'appartamento dove lui vive per consumare rapporti sessuali sfrenati e intensissimi, ma senza raccontarsi nulla l'uno dell'altro. La situazione precipita quando Jay inizia a pedinare la donna per saperne di più su di lei...

'Intimacy', sebbene ha come soggetto un racconto e un romanzo breve di Hanif Kureishi (la cui copiosa produzione letteraria è alla base, tra gli altri, di due film degli anni '80 di Stephen Frears, 'My Beautiful Laundrette' e 'Sammy e Rosie vanno a letto'), rimanda palesemente nell'intreccio al capolavoro di Bernardo Bertolucci 'Ultimo tango a Parigi', poiché anche nel film diretto da Chereau si assiste all'incontro/scontro tra quelle che sono due solitudini - anche se la donna, nell'arco della narrazione si verrà a sapere che ha un marito e un figlio ma sostanzialmente è sola e combattuta tra i suoi sogni vanagloriosi di attrice, frustrati da un marito che bada più al sodo con il suo lavoro da taxista - che decidono di lasciare fuori dall'angusto posto dove si vedono con frequenza settimanale tutto il loro vissuto, lasciandosi andare a intensi e scatenati amplessi, nei quali i due individui terminano visibilmente spossati e svuotati di ogni energia; anche in 'Intimacy' però uno dei due viene meno al patto siglato e vuole saperne di più sul privato dell'altro, facendo precipitare la vicenda.

In 'Intimacy' lo struggente romanticismo cinefilo di Bertolucci viene sostituito da Patrice Chereau con un crudo realismo, specie nelle scene di sesso - tra le più esplicite che si ricordi negli ultimi anni - dove la macchina da presa, in più di una sequenza manovrata a mano dall'operatore, segue a distanza ravvicinata le evoluzioni degli attori in scena, dando alla storia un ritmo concitato, che culmina in più di un frangente in un andamento volutamente caotico, per sottolineare il disordine nelle esistenze dei protagonisti e la loro confusione mentale.

Il film, pur non avendo mai pause, nell'ultima parte soffre un po' di un'eccessiva preponderanza dei dialoghi sulle immagini, che in tutta la prima parte invece hanno una valenza secondaria, ma questo riduce ben poco la portata dell'opera, che si avvale di interpreti a dir poco eccezionali: Mark Rylance, giovane ma già stempiato, nel ruolo del barman disilluso e nevrotico, offre una prova sensazionale ma distante anni luce da quella fornita in 'Il ponte delle spie' e 'Dunkirk', dove recita per sottrazione; Kerry Fox, anch'essa intensissima e 'generosa' nel concedersi, nel vero senso della parola, 'anima e corpo' nella parte della frustrata attrice; ed infine uno strepitoso Timothy Spall che - in un personaggio da working class mutuato dai film di Mike Leigh - quando appare ruba la scena ai pur bravissimi protagonisti.

Orso d'Oro a Berlino nel 2001, nonché Orso d'Argento a Kerry Fox come migliore attrice (a mio avviso il cast meritava un premio corale), 'Intimacy' è un film che scandaglia nel profondo i turbamenti degli animi umani, non arretra di fronte a nulla e evita qualsiasi discorso moralistico, non giudicando ma semplicemente mostrando i suoi (anti)eroi nel compimento delle loro azioni.

Voto: 7/8 (v.o.s.).

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