Regia di Patrice Chéreau vedi scheda film
Un uomo e una donna si vedono ogni mercoledì pomeriggio nello schifoso appartamentino di lui per fare l’amore senza dirsi una parola e senza neanche sapere il nome dell’altro. Il referente lontano è Ultimo tango a Parigi (1972), quello vicino Una relazione privata (1999), il senso è sempre lo stesso: il sorgere dei sentimenti introduce una complicazione letale nella naturalità del rapporto fra i sessi. All’inizio sembra una storia asimmetrica, nel senso che veniamo informati sulla vita di lui (fa il barista, ha lasciato moglie e figli di punto in bianco) ma non su quella di lei; poi però cominciano i pedinamenti, e la lacuna viene colmata (è un’attrice dilettante, ha un marito tassista e un figlioletto). Ma più si va avanti e più i protagonisti si rivelano per quello che realmente sono: due borghesucci incolori e totalmente privi di interesse, alle prese con una banalissima vicenda di corna. C’è qualche bel momento solo nelle scene con Timothy Spall, l’unico personaggio con cui si simpatizza; ma è troppo poco, anche visto che gli altri comprimari (l’amico tossicodipendente e il giovane collega gay di lui) quasi non esistono.
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