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La sirenetta

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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La recensione su La sirenetta

di ilcausticocinefilo
3 stelle

 

 

 

 

Nell’abisso del bestiale. Bestialmente esangue, bestialmente ridicolo, bestialmente barboso. E, in special modo, bestialmente sconfortante. Non perché ci si aspettasse poi molto dall’ennesimo “rifacimento dal vero” arraffa-quattrini, ma in quanto un film di tal fatta suona come una tremenda riconferma della crisi nera del cinema d’intrattenimento hollywoodiano.

 

Dieci secondi del classico Disney animato – che pur non rientra certo tra i capolavori della casa – battono in creatività la totalità di questa baracconata in cui tutto sa di posticcio: come al solito, la componente live-action è talmente sommersa da una grafica computerizzata spesso neanche di primissima fattura che perfino gli attori paiono finti. Pure a causa delle loro non proprio brillantissime performance, ma tant’è (si salva in extremis forse solo la McCarthy, la protagonista Bailey invece è di un’inespressività rara e, complice la sceneggiatura stiracchiata e sviante dall’originale, vaga imbambolata per tutta la durata).

 

 

Halle Bailey, Jonah Hauer-King

La sirenetta (2023): Halle Bailey, Jonah Hauer-King

 

 

Quel che questo La sirenetta aggiunge è pressappoco di un’inutilità colossale, quello che ricalca come di consueto lo ricalca senza un’oncia di effettiva emozione, anche perché dovrebbe essere oramai stra-acquisito dalla “letteratura” (e dalla logica) che ciò che funziona in animazione difficilmente lo si può meramente traslare nel cinema dal vero: e difatti le fattezze iper-realistiche dei vari “esponenti di fauna” di contorno stonano incredibilmente col fatto che parlino, li rendono privi d'espressione e risultano pure moderatamente inquietanti (confrontare con le versioni cartoon per credere...).

 

La regia è in incognito, nel senso che se ci fosse stata un IA dietro la macchina da presa manco si sarebbe notata la differenza, anzi avrebbe forse persino fatto di meglio: vedasi l’orrido scontro finale per credere (un computer, pur non geniale, ci sarebbe probabilmente arrivato che trattasi di robaccia impresentabile, che forse sarebbe stato il caso di migliorarne la fotografia, la CGI e il montaggio e di ridurne il caos audiovisivo che fa pure perdere cognizione del dove e come [senza contare che poi il tutto viene risolto in quattro e quattr’otto, alla faccia della terribile minaccia, ma va beh]).

Le canzonette (specie quelle nuove) sono di una banalità estrema o di una cretineria unica (altra cosa che si può far passare più facilmente in animazione, ma ad ogni modo c’è da dire che l’ormai onnipresente Miranda non si è poi sforzato molto nel crearle [eufemismo]).

 

 

Halle Bailey

La sirenetta (2023): Halle Bailey

 

 

In conclusione, il film annoia ben presto ed ecco che l’occhio corre all’orologio. Sì, in quanto, appunto, non funziona pressoché niente: a parte regia, recitazione e CGI altalenanti a dir poco, c’è da aggiungervi che i doppiatori (originali, ma sospetto anche italiani) fanno spesse volte sanguinare le orecchie (Palma d’Oro a questo proposito alla Awkafina o come accidenti si chiama); e che l’innesto forzato di politicamente corretto (a partire dalla decisione di rendere la povera sirenella “ignara” del fatto di dover baciare il terribile principaccio bianco alfa etero e bla bla [che sennò dove mi va a finire il “femminismo”, a furia di smaniare dietro all’orrido maschiaccio?]) chiaramente non riesce a nascondere le enormi manchevolezze della messinscena e neppure risulta particolarmente riuscito (per seguitare nell’esempio: il fatto che lei sia sostanzialmente inconsapevole produce un effetto involontariamente paradossale, cioè che sembra come detto che se ne vada in giro imbambolata senza un preciso scopo).

 

La sirenetta versione primavera-estate 2023 è, ordunque, un altro tamponamento filmico, un “nuovo” incidente cinematografico, una vieppiù futile tragicommedia dell’impresentabile. Incredibilmente, però, ritenuto da più parti addirittura “tra i migliori remake live-action Disney”. Facile, di conseguenza, volendo per soverchia magnanimità concedere tale premessa, figurarsi l’abisso di orripilante scemenza degli altri film dell’esausto “filone”.

 

 

Melissa McCarthy

La sirenetta (2023): Melissa McCarthy

"E... sticazzi"

 

 

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