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La sirenetta

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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La recensione su La sirenetta

di imperiormax89
5 stelle

Se si chiamano “classici” un motivo ci sarà, cara Disnei...!

Visto più per fare un favore ad un amico che per me, così mi è toccato.

LA SIRENETTA (2023) di Rob Marshall.

 

Quanto si è parlato dell’elefante nella stanza, ossia di Ariel nera? Direi molto e molto lungo. Guarda caso però è risultato tutt’altro. Halle Bailey si è dimostrata un’ottima cantante e una discreta attrice e il fisic du role nel contesto alla fine si potrebbe anche accettare.

La buona notizia è che nel doppiaggio italiano la canzone Baciala è rimasta inviolata e infatti, salvo qualche piccolo accorgimento, quella sequenza è la migliore di tutto il film.

Due o tre elementi di sceneggiatura sono stati cambiati in meglio, come la clausola nell’incantesimo di Ursula che in teoria dovrebbe creare più complessità alla trama e la stanza dei cimeli di Eric che regala più profondità al personaggio. La parte sulla terra ferma è abbastanza decente anche per come è ambientata.

Infine l’Ursula umana è fantastica, ben interpretata e subdola al punto giusto, nonostante appaia per poco. 

Pinocchio e Peter & Wendy sono inferiori a questo.

 

E qui finiscono i pregi, dunque preparatevi.

 

Citano Hans Christian Andersen all’inizio per sembrare “fedeli” a modo loro.

 

La regia è veramente un compitino da quattro soldi, poco ispirata, la fotografia è mediocre quando è notte e pessima nei fondali più bui. La messinscena è di una bruttezza allucinante, per il 70% è mediocre se non pessima, Ariel pare svanire nel nulla in tre scene minimo, va’ a vanificare le scopiazzature del film originale e le poche buone scelte di narrazione prima citate. 

 

Le sequenze cantate poi...

A volte quel che è cantato non è come è mostrato, come In fondo al mar, a volte gli attori che cantano sembrano più sul palcoscenico che sul set del film e posticciamente a favore di camera, a volte il cantato è superfluo quando parlano di più le immagini e la sequenza rap è di un vomitoso da far bestemmiare persino stando sotto camomilla. Il montaggio è allungato di venti minuti di troppo e a volte sconclusionato.

 

Le parti sotto il mare sono veramente poco interessanti e in contrasto con la musica.

 

Eric a tratti è un mezzo rincotto.

 

Javier Bardem è più moscio dell’Uomo Pesce de La casa dei 1000 corpi.

 

Flounder pare più un pesce da sushi per quanto è espressivo.

 

Sebastian è un po’ meglio, ma lontano anni luce da quello dell’89 e Mahmood lo doppia spesso da schifo. Se Ronny Grant sembrava un Rocco Siffredi, senza libido, ma con tanto talento canoro e ispirato, Mahmmod lo scimmiotta sembrando però Mario Giordano con la flemma di Pippo che doppia Jar Jar di Star Wars, ma con la stridarella. Si salva solo nella canzone Baciala.

 

Ursula non sarebbe poi male, ma a causa della messinscena Melissa McCarthy non è temibile mai, neanche da gigante che non si vede una mazza.

 

 

La battaglia finale è penosa con un cambiamento di ruoli forzato.

 

Il finale è una rottura di balle interminabile, retorico e di un peggio inclusivismo inquietante, ficcato lì forzatamente ed è un buco di sceneggiatura bello evidente.

 

Se lo avessero girato James Cameron o James Wan perlomeno rendevano il tutto tecnicamente intoccabile, ma soprattutto guardabile.

 

E così, signori miei, dopo Giglio Tigrato siamo passati a Carapace Incapace.

Meglio aspettare di vederlo su Disnei Plas, oppure servirlo subito nel risotto alla pescatora...

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