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John Wick 4

Regia di Chad Stahelski vedi scheda film

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La recensione su John Wick 4

di Souther78
1 stelle

Tre ore di nulla assoluto, tra combattimenti risibili e tagliati male in fase di montaggio, dialoghi che nemmeno un 12enne scriverebbe, personaggi ridicoli, situazioni ben oltre i limiti dell'assurdo e una fotografia estremamente artefatta. Chi è riuscito a parlare di "filosofia" dovrebbe cercare sul dizionario il significato del termine.

C'era una volta Nanni Moretti, che, in Caro Diario, incrudeliva contro il critico cinematografico, reo di aver recensito positivamente Henry, pioggia di sangue. Sono passati trent'anni abbondanti, e questo capitolo di John Wick fa sembrare quel thriller stigmatizzato da Moretti un capolavoro supremo. Chissà cosa direbbe il maestro, di chi ha contribuito a elevare quasi a 7/10 il punteggio di questa immondizia.

 

Il primo capitolo aveva avuto qualcosa da dire, perfino vagamente originale, pur in un comparto della settima arte tutt'altro che originale ed esente da inflazione. Il secondo era già una ripetizione. Il terzo aveva stancato. Questo è al di là del bene e del male. In pratica, in videogioco non interattivo, del quale lo spettatore è ostaggio per tre lunghe e ripetitive ore, assistendo a una totale carenza di trama, che dovrebbe essere colmata da scene d'azione. Purtroppo queste ultime sono talmente ridicole da proiettare l'opera nella categoria della fantascienza, più che in quella dell'action movie. Prendiamo atto che sia il protagonista che i comprimari sono ormai elevati a divinità, dotate di poteri paranormali, come per esempio il cieco capace di colpire (alla cieca, appunto) qualunque nemico, a qualunque distanza, perfino mentre intorno a lui si spara ferocemente. A parte che chiunque abbia mai sparato (o assistito mentre altri sparavano) un proiettile in vita sua sa perfettamente che, a meno di usare ingombranti cuffie fonoisolanti, i timpani cominciano a fischiare a tempo indeterminato, ed è già tanto se non resta l'acufene a vita, resta comunque la situazione ridicola e penosa di uno "spettacolo" simile, che ha meno credibilità di un videogioco appunto. 

 

La "sceneggiatura", se così si può definire, tenta maldestramente di amalgamare pezzi tra loro sconnessi, e di elevare una interminabile esibizione di stuntmen (come è il regista) al rango di film. L'operazione si rivela fin da subito disperata: nemmeno un'equipe di rianimatori professionisti potrebbe destare dalla morte il buonsenso, di cui quest'opera celebra un funerale lungo tre ore.

 

Il fatto che qualcuno abbia avuto l'ardire di associare l'espressione "filosofia" a quest'accozzaglia di sparatorie e scazzottate la dice lunga sul degrado morale e culturale del nostro tempo. Saremmo peraltro curiosi di comprendere quale sarebbe la filosofia sottesa a questa "cosa", diretta da uno stuntman e sceneggiata forse da un 12enne: uno che prima ammazza il migliore amico d'infanzia e cerca di ammazzarne un altro, poi però si fa tarallucci e vino per l'happy ending? Questa sarebbe la filosofia? Ma mi faccia il piacere! (direbbe altri...).

 

Cosa salvare, dunque? Forse la fotografia e/o le esibizioni? Purtroppo, la prima è soltanto parzialmente recuperabile, poichè il ricorso a evidenti artifici digitali in post-produzione mina anche in questo caso la verosimiglianza, e quindi il risultato finale. Le seconde, ahinoi, non si sottraggono al triste fato della sceneggiatura, risultando talmente inverosimili da essere fastidiose. Inoltre, durante le scene più concitate, possiamo "ammirare" vistosi tagli di montaggio, probabilmente per consentire al sessantenne Keanu Reeves di interpretare senza controfigura alcune scene, senza rompersi l'osso del collo. E tra auto che non si ammaccano nemmeno dopo essersi scontrate con altre auto, anche più pesanti, due introvabili moto Aprilia, che si incontrano casualmente con marchio in primissimo piano, gente che precipita da 20 metri, o rotola per 200 scalini senza rompersi un mignolo, uccisioni di personaggi chiave inspiegabilmente rimandate di tre ore, mentre tutto attorno i cristiani cascano come mosche in ogni dove, e chi più ne ha più ne metta... qualsiasi nobilitazione delle scene d'azione va a farsi benedire.

 

La pochezza e scontatezza dei dialoghi, l'imbarazzante vuoto della sceneggiatura, la torturante ripetitività ed esasperante fintezza dei combattimenti, la stupidità e insensatezza dei personaggi non lasciano adito a dubbi: si tratta di una messinscena esecrabile che può forse suscitare l'ingenuo compiacimento di un ragazzino, ma nulla più. E, se per caso lo facesse, dovreste farvi qualche domanda, o parlarne con qualcuno... bravo.

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