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John Wick 4

Regia di Chad Stahelski vedi scheda film

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La recensione su John Wick 4

di 79DetectiveNoir
4 stelle

Una cagata pazzesca!

locandina

John Wick 4 (2023): locandina

Keanu Reeves

John Wick 4 (2023): Keanu Reeves

Keanu Reeves

John Wick 4 (2023): Keanu Reeves

Keanu Reeves

John Wick 4 (2023): Keanu Reeves

Donnie Yen

John Wick 4 (2023): Donnie Yen

Natalia Tena

John Wick 4 (2023): Natalia Tena

Keanu Reeves

John Wick 4 (2023): Keanu Reeves

 

Ivi, stavolta sganciato dai vicoli ciechi dei sobborghi malfamati parigini, ovvero ogni banlieue de La Haine/L’odio di Kassovitz, no, libero da restrittivi e costrittivi vincoli editoriali, scriverò una recensione pittorica come se fossi uno strampalato artista-scrittore barbone di Montmartre, all’insegna della Marsigliese, sì, evviva le moto di questa pellicola, no, il celeberrimo motto rivoluzionario di ogni Robespierre contro le prostitute P.R. e le (ig)nobili digital creators, ovverosia ogni maîtresse, detta altresì entraîneuse,odierna. Quindi, vi ghigliottinerò se non urlerete di rabbia come i protagonisti di Athena, no, se non griderete a squarciagolaLibertéÉgalité, Fraternité! Rivogliamo il Cinema vérité e non, per dirla alla bolognese, ‘ste caghè! Sennò, sì, altrimenti, cari dementi, vi nanizzerò e tratterò da attori monstre, no, a mo’ di tremendi Gremlins, no, Gargoyle(s) della Cathédrale Notre-Dame de Paris. Oramai bruciacchiata, quando appieno restaurata? Cascata a pezzi come Jonathan, alias John, Wick. Ma giammai fatiscente, anzi, rinnovata come se fosse stata riscolpita da Michelangelo Buonarroti. Che curò la facciata della basilica di San Pietro ove Papa Bergoglio tornerà a pontificare dal balcone malgrado la sua grave infezione ai polmoni? Ebbene, secondo la trama-sinossi di Google, in english, riportatavi, testualmente e integralmente, seguentemente: With the price on his head ever increasing, legendary hit man John Wick takes his fight against the High Table global as he seeks out the most powerful players in the underworld, from New York to Paris to Japan to Berlin.

 

Bill Skarsgård

John Wick 4 (2023): Bill Skarsgård

Donnie Yen

John Wick 4 (2023): Donnie Yen

 

Cosicché, per questo film inspiegabilmente osannato dall’intellighenzia critica mondiale, venerato da ogni “ufficiale” media recensoria di Rotten Tomatoes & metacritic.com, mentre impazza il caso riguardante Donald Trump, accusato di aver criminosamente tacitato Stormy Daniels dopo aver ricevuto da lei molto più d’una fellatio a mo’ della mitica Monica Lewinsky che a Clinton offrì più d’un whisky nella stanza “orale”, parlerò à la Falotico, irosamente agguerrito come Baba Yaga. Ora, capisco che sua moglie, incarnata nel capostipite da Bridget Moynahan, fosse un’ottima figa e che il suo cagnolino era affettuoso e carino. Però, Keanu Reeves, alla soglia delle sessanta primavere, può ancora permettersi di far quel caz... o che vuole, cioè essere Il piccolo Buddha, gay come in Belli e dannati oppure tornare a sbattersi Sandra Bullock. Secondo me, ha pure i soldi per intestare la Torre Eiffel a lui. Detto ciò, John Wick, dopo essere stato scomunicato nel secondo capitolo secondo una Tavola poco Rotonda, no, da dei tonti in modo papale (papale), dopo aver sfrecciato, nel terzo episodio, lungo le strade alla pari del Valentino Rossi che fu, qui deve fronteggiare il Marchese Vincent De Gramont/Bill Skarsgård. Come dicono in meridione, un trimon’! Ovvero il clown Pennywise, futuro Nosferatu, qui decisamente più ricco dell’ex Presidente Nicolas Sarkozy. Ma, stranamente, nonostante il bel faccino da porcellino, mangia solo i pasticcini, combina un pasticciaccio e non è “accompagnato” dalla Carla Bruni di turno. Preferisce stare con le gambe accavallate al Louvre, giuocando al ruolo della Gioconda coglione. Ce l’ha con John perché gli sta sulle palle. Al che, commissiona ai suoi scagnozzi di farlo fuori. Affidando a Donnie Yen/Ip Man l’arduo compito di eliminare il nostro hitman. Da non confondere col man succitato, interprete di It. Donando, peraltro, molto più d’uno japanese yen al sig. Nessuno/Shamier Anderson se l’aiuterà... Partiamo con l’Hotel Continental, su luci stroboscopiche di Dan Laustsen, imitanti lo stile fluorescente di Solo dio perdona di Nicolas Winding Refn, proseguiamo con l’ex proprietario d’un famoso albergo andato a puttane, Winston/Ian McShane, ridottosi quasi homeless alla pari di Bowery King/Laurence Fishburne, il quale, nell’incipit, cita Dante Alighieri, vediamo Scott Adkins che combatte come davvero sa lottare sul ring ma è grasso/truccato come Cristiano Malgioglio, arriviamo quindi alla pleonastica e forzata, insistita citazione de I guerrieri della notte, a scene d’inseguimento “computerizzate” e non girate in forma realistica alla John Frankenheimer di Ronin, sin naturalmente al duello ineluttabile e finale ai piedi della basilique du Sacré-Cœur. Prima però, in notturna e luci al neon ritoccate più del lifting di Yen, abbiamo assistito all’Arco di Trionfo e allo stesso Caine/Yen che beve il caffè al bar Triunfo di Pomarico (MT), no, a un bistrot che, sullo sfondo, presenta un cartellone che pubblicizza ancora il Moulin Rouge! di Baz Luhrmann, no, promuove sol il locale suddetto che ospitò il painter storpio Henri de Toulouse-Lautrec.

Ivi, Caine/Yen è più cieco di Daredevil, è più disilluso di Al Pacino di Scent of a Woman ma è un amico più fedele del cagnaccio di Mister Nessuno.

Pochi giorni fa, è morto Lance Reddick. Qui, il suo personaggio muore dopo 5 min. dall’inizio. Resusciterà anche lui in John Wick 5? D’altronde, John non muore mai. Casca varie volte da “strapiombi” alla Rambo ma non ha bisogno di cucirsi da solo il bicipite martoriato. Si sgranchisce le gambe, non è rimasto offeso, la sua colonna vertebrale e il suo midollo osseo sono sempre intatti, non subisce nessun trauma cranico e ha la forza di salire e risalire i 222 gradini che conducono alla Basilica di San Luca in quel di Bologna... ah ah, no.

Perché tutti noi aspettiamo che Tyler Bates & Joel J. Richard, imitando malissimo, le colonne sonore di Ennio Morricone, finalmente eppur terribilmente ci propongano una musica “epica” mal sincronizzata ai primissimi piani di Reeves e Yen. Sergio Leone, se ci sei, batti un colpo.

Dico, roba, infatti, che Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo se la sognavano, come no. Perciò, fra scopiazzature di John Woo e Jonnie To, perfino di Exiled, fra color correction per l’alba crepuscolare di Parigi che realizzo meglio io col programma Sony Vegas 2013 (!), la saga (non) termina. Prima di (non) morire, Keanu/Wick, ricorda in flashback che, quando sbaciucchiava la Moynahan, aveva un capello corto da parrucchiere della filiale Jean Louis David d’un centro commerciale qualsiasi, mentre ora, malgrado una miriade di calci e pugni, dopo una notte interminabile e sangue a fiotti, la sua capigliatura è da Raz Degan dei tempi d’oro quando scopava di brutto e di burro, alla pari di Brando in The Last Tanga, no, Tango in Paris, Paola Barale, prima dell’Isola dei Famosi, soprattutto prima che diventasse un ascetico con la faccia da pirla come Lapo Elkann.

Sì, adesso c’è da chiedersi come mai tale S. Falotico sia riuscito a distruggere tutte le teorie freudiane di centomila psichiatri di Bologna ed europei. Non è molto difficile da intuire, nevvero?

Come dice Karen Page/Deborah Ann Woll in The Punisher, ecco, cosa dice, lo sapete bene, su Frank Castle? Ho detto tutto...

In conclusione, se avessi tredici anni e non avessi mai visto anche sol uno dei film peggiori di Ringo Lam, cioè Maximum Risk, sicuramente affermerei che John Wick 4 è un capolavoro perché la tecnica è mirabile, eccelsa ed impeccabile, le scene d’azione sono coreografate da dio, aggiungendo che Akira/Rina Sawayama ha un culo come quello di Shakira e che Natalia Tena, qui nei panni di Katia, non è più la bimbona stregona Ninfadora Tonks di Harry Potter, bensì, per dirla alla toscana/o, è or una gran potta, veste da splendida puttana e le darei più d’una botta perché i suoi tatuaggi sono più eccitanti di quelli delle pornostar Karma Rx, Asa Akira, Katrina Jade e, forse, sotto la tutina di latex sadomaso, ce l’ha semi-depilata e “dipinta” come quella di Chanel Preston.

A proposito, dal primo John Wick ad oggi, John ha ammazzato centomila uomini ma non ha fottuto nessuna donna. Una bella resistenza, cazzo, se dovesse morire Papa Francesco, voglio lui come nuovo erede terrestre del messia. Per predicare ai nerd e poveri sfigati che dobbiamo volerci tutti bene e che ogni presidente si sta facendo il culo... per il nostro pene, no, bene. D’altronde, tutti sanno che John Fitzgerald Kennedy voleva castrare Fidel Castro per quella “storia” della Baia dei Porci mentre tradiva sua moglie con Marilyn Monroe. A tutt’oggi, l’unico assassino “ufficiale” di JFK risulta, agli atti, Lee Harvey Oswald. Cavolo, come ha fatto, da solo, a centrare il cervello di Kennedy da ogni lato con la sua mira infallibile, pur stando fermo immobile dietro una piccola finestra? Chi era? John Wick? Sì, uno che spara due colpi e ne ammazza 56, ne spara 9 e ne trucida 999, ne spara 123 ma i cattivi erano già tutti morti e, all’unisono, dà 4 coltellate, sgozzandone trentatré come gli anni di Cristo. La verosimiglianza va a farsi fottere, il film è divertente da matti, suvvia, la Lionsgate è adesso più ricca del Vaticano e quel che importa è che Winston può nuovamente ospitare, nel suo hotel, Keanu Reeves, bisessuale, che deve “consolare” Trump e la Daniels.

 

Shamier Anderson

John Wick 4 (2023): Shamier Anderson

Shamier Anderson

John Wick 4 (2023): Shamier Anderson

Rina Sawayama

John Wick 4 (2023): Rina Sawayama

Ian McShane, Bill Skarsgård

John Wick 4 (2023): Ian McShane, Bill Skarsgård

Keanu Reeves, Donnie Yen, Scott Adkins

John Wick 4 (2023): Keanu Reeves, Donnie Yen, Scott Adkins

 

di Stefano Falotico

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