Henry Sugar, uomo ricco e indipendente appassionato di gioco d'azzardo, trova e legge il rapporto di un medico su uno strano paziente, incontrato in un ospedale in India. Questo paziente, che si faceva chiamare "L'uomo che vede senza usare gli occhi", aveva la capacità di vedere anche dopo che i medici gli avevano fatto chiudere gli occhi e gli avevano bendato il volto. L'uomo faceva parte di uno spettacolo circense e usava la sua capacità per fare soldi. Interrogato più dettagliatamente dal medico, curioso delle sue abilità, raccontò la sua storia ed essi la trascrissero. L'uomo affermò di essersi interessato alla magia per tutta la vita e di essere riuscito a studiare con Yogi Hardawar, grazie al quale ha sviluppato la capacità di vedere attraverso oggetti sottili come carta o carte da gioco. Il medico pensa che l'uomo potrebbe essere di grande beneficio come insegnante per persone cieche e lo cerca al circo in cui lavora, solo per scoprire che lo spettacolo è stato cancellato quando L'uomo che vede senza usare gli occhi è stato trovato morto.
Le peculiari singolarità del regista Wes Anderson sono anche diventate i suoi limiti (vedi le inutili impossibili inquadrature)? Oppure non ci sorprendono più di tanto e ci siamo abituati? Certo questo ultimo suo lavoro con una durata lunga per un corto e corta per un film non ci aiuta a cambiare opinione...peccato, lo aspettiamo al prossimo!
Primo dei quattro film brevi di Anderson tratti dalla raccolta "Un gioco da ragazzi e altre storie" di Roald Dahl (da questi il “Fantastic Mr Fox”). Lo stile tipico del regista e la narrazione a scatole cinesi, sempre più autoreferenziali, affabulano visivamente; ma l’opera, pur interessante a livello tematico, offre poche emozioni. Voto: 7.25
Più che un film è un esercizio di stile di breve durata. Anderson sfoggia la sua peculiare tecnica compositiva di colori pastello e una trama da piece teatrale per una storiella inconsistente. Al di là di qualche simpatico sketch, c'è un verboso e soporifero racconto di una monotonia stancante. Voto: 5
Quelle tracce di grafite agglutinata per frizione alla mescola morbida contengono tutte le vite e le storie sbagliate. Gli uomini come Henry Sugar si trovano a vagare come alghe in tutto il mondo. Non sono particolarmente cattivi, ma non sono neanche buoni. Fanno parte dell'arredamento. E invece, ecco: è lo stesso Wes Anderson, metaforicamente incarnando il pensiero di… leggi tutto
Wes Anderson è sempre il solito?, anche dietro il nuovo The Wonderful Story of Henry Sugar prossimamente su Netflix? La risposta è sì, ma con dei necessari commenti a margine.
Perché se è vero che si tratta del consueto diorama di ossessioni simmetriche e teatralità esibita, il corto tratto da Roald Dahl è anche la versione più… leggi tutto
Il geniale regista Wes Anderson si è dedicato ad alcuni cortometraggi ispirati alle opere di Dahl. Quest’ultimo fu un grande scrittore per ragazzi; tra le sue opere ce ne sono di celeberrime, come i Gremlins, La fabbrica di cioccolato, il GGG, Matilde, e chissà quante altre. Il più lungo di questi cortometraggi, un medio-metraggio, direi, è questo, ritrovabile…
A prescindere dall'anno di distribuzione, i venti (+ 3, di cui 1 introvabile per esplicita tautologia implicita) titoli (di film, serie e tutto quello che sta in mezzo e oltre i due estremi) migliori (3 Stephen Graham…
Quelle tracce di grafite agglutinata per frizione alla mescola morbida contengono tutte le vite e le storie sbagliate. Gli uomini come Henry Sugar si trovano a vagare come alghe in tutto il mondo. Non sono particolarmente cattivi, ma non sono neanche buoni. Fanno parte dell'arredamento. E invece, ecco: è lo stesso Wes Anderson, metaforicamente incarnando il pensiero di…
Henry Sugar trova un libro, è la storia di un indiano con un bizzarro superpotere: l'uomo può infatti vedere anche a occhi chiusi. Nel libro racconta come fin dall'infanzia si sia allenato per raggiungere questa incredibile capacità, che successivamente ha sfruttato per fare il fenomeno da baraccone. Henry Sugar si intestardisce: vuole anche lui la possibilità di…
Sull'onda dell'eccezionale interesse che avete dimostrato al testo della settimana scorsa, pensavo di proporvi una approfondita disamina della situazione… segue
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - FUORI CONCORSO
La storia si apre spalancando una finestra sulla stanza piena di libri che accoglie tal Henry Sugar, abile giocatore d'azzardo, che, al pari degli altri personaggi coinvolti, si rivolge direttamente allo spettatore guardandolo in viso.
L'uomo è venuto a sapere da un volume raro dell'esistenza di un uomo, proveniente dall'India, che riesce a…
La Mostra del Cinema di Venezia numero 80 è arrivata al termine. Sono stati anche quest' anno undici giorni e mezzo di intensa dedizione al cinema e… segue
Prima di tutto una nota tecnica. Abbiamo deciso di non rilanciare in home community questo appuntamento tutti i giorni, dunque se siete interessati ad avere questo genere di informazioni, la cosa migliore è che…
Wes Anderson è sempre il solito?, anche dietro il nuovo The Wonderful Story of Henry Sugar prossimamente su Netflix? La risposta è sì, ma con dei necessari commenti a margine.
Perché se è vero che si tratta del consueto diorama di ossessioni simmetriche e teatralità esibita, il corto tratto da Roald Dahl è anche la versione più…
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Commenti (5) vedi tutti
Breve, carino, divertente, una bella favoletta.
leggi la recensione completa di tobanisVedete quante briciole di gomma? Ecco.
leggi la recensione completa di mckLe peculiari singolarità del regista Wes Anderson sono anche diventate i suoi limiti (vedi le inutili impossibili inquadrature)? Oppure non ci sorprendono più di tanto e ci siamo abituati? Certo questo ultimo suo lavoro con una durata lunga per un corto e corta per un film non ci aiuta a cambiare opinione...peccato, lo aspettiamo al prossimo!
commento di marco biPrimo dei quattro film brevi di Anderson tratti dalla raccolta "Un gioco da ragazzi e altre storie" di Roald Dahl (da questi il “Fantastic Mr Fox”). Lo stile tipico del regista e la narrazione a scatole cinesi, sempre più autoreferenziali, affabulano visivamente; ma l’opera, pur interessante a livello tematico, offre poche emozioni. Voto: 7.25
commento di Antonio_MontefalconePiù che un film è un esercizio di stile di breve durata. Anderson sfoggia la sua peculiare tecnica compositiva di colori pastello e una trama da piece teatrale per una storiella inconsistente. Al di là di qualche simpatico sketch, c'è un verboso e soporifero racconto di una monotonia stancante. Voto: 5
commento di GARIBALDI1975