Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Olmi, con straordiaria cura e precisione filologica, riesce a cogliere e a trasporre in immagini un momento di transizione fondamentale nella storia d'Italia e d'Europa: il momento in cui la cavalleria, con tutti i suoi ideali cortesi di onore, coraggio, lealtà, esibiti dai signori d'arme nei combattimenti corpo a corpo, viene sostituita dall'irrompere della violenza dell'artiglieria, ovverosia delle armi da fuoco, distruttive e maneggiate da uomini privi di un'educazione guerresca.
La trama si concentra sugli ultimi sei giorni di vita del celebre condottiero Giovanni dalle Bande Nere, strenuo difensore del potere e dell'indipendenza dello Stato Pontificio (era nipote di papa Clemente VII) nonché unico signore ad opporsi alla calata dei Lanzichenecchi, lasciati passare dagli altri governanti italiani proprio per la loro terribile fama.
Per un appassionato di storia è un film da vedere perché risulta, oltre che ben costruito dal punto di vista di costumi, dialoghi, ambientazioni, abbastanza raffinato e lontano dai soliti kolossal americani che puntano soprattutto sulla spettacolarità degli scontri e trascurano le psicologie dei protagonisti.
Qui di scontri ne vediamo pochi, mentre prevale un'atmosfera decadente, sospesa, rarefatta che trasmette proprio questo imminente disastro che sarà proprio il sacco di Roma e quindi la caduta di buona parte della penisola sotto il dominio spagnolo.
Perla rara.
Tempi dilatati e attenzione al dettaglio e alla composizione scenica, valorizzata da una fotografia barocca.
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