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The Holdovers - Lezioni di vita

Regia di Alexander Payne vedi scheda film

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La recensione su The Holdovers - Lezioni di vita

di steno79
7 stelle

Alexander Payne è un regista americano da molti acclamato, ma di cui finora non avevo visto nulla (è materialmente impossibile seguire tutti, soprattutto per chi il critico lo fa per diletto e non per professione). Adesso questo "The Holdovers", che si potrebbe tradurre alla lettera come "Il retaggio del passato", mi ha incuriosito e l'ho trovato una commedia gradevole, buffa ma anche malinconica, un aggiornamento del coming of Age movie che rispolvera anche un po' di nostalgia per gli anni 70 e permette un ritorno alla grande per il bravo Paul Giamatti, solitamente caratterista, ma che anni fa era stato la star di "Sideways" sempre di Payne.

Il film è una commedia di caratteri dove alla fine prevalgono le figure di un attempato professore di letteratura, poco simpatico per i ragazzi e dalla personalità piuttosto rigida, e di un tale Angus, studente della Barton Academy che non potrà passare le vacanze di Natale con la famiglia a causa di impreviste vicissitudini, nonché della cuoca di colore Mary, che recentemente ha perso il figlio partito per il Vietnam. Il film sembra occhieggiare a modelli illustri come "L'attimo fuggente" o "Will Hunting", ma poi trova una propria fisionomia precisa e probabilmente cresce nella seconda parte, anche se l'ombra del deja vu aleggia sicuramente in certi momenti, ma rimane una pellicola che sa giocare le proprie carte con intelligenza e si avvale di una scrittura furbetta, un po' edificante ma che spesso centra il bersaglio. Il professore all'inizio sembra un concentrato di vizi e sfighe assortite, e gli studenti rimasti alla Barton e non partiti per le vacanze un aggiornamento neanche troppo originale di quelli del film di Peter Weir, ma poi la regia di Payne e la sceneggiatura di David Hemingson hanno il coraggio di inserire svolte impreviste nel racconto, e comunque mantengono una cura nella definizione dei personaggi che risulta alla fine più efficace rispetto a tante commedie recenti, spesso prodotti senz'anima anche quando, come qui, strizzano l'occhio a un passato inevitabilmente un po' idealizzato.

133 minuti sono un po' tanti e se uno volesse cavillare si troverebbero sicuramente altri difetti, ma a mio parere quello che conta è che alla fine lo spettatore si alza dalla poltrona con l'impressione di non aver sprecato il proprio tempo, sicuramente trasportato in una dimensione filmica evocata con accuratezza di dettagli e resa ancora più vivida dalle prestazioni degli attori, fra cui un Paul Giamatti infallibile nella mimica, ottimo nella caratterizzazione psicologica del personaggio, anche se un tantino troppo in linea con gli standard richiesti dall'Academy a certi attori per fargli conquistare la statuetta; il debuttante Dominic Sessa regge benissimo il ruolo di Angus e i numerosi confronti con Giamatti e l'attrice di colore Davine Joy Randolph ha dei buoni momenti e conferisce una commozione a tratti autentica alla sua Mary, anche se non mi ha così impressionato da poter vincere quell'Oscar come non protagonista che ha già praticamente in tasca. Nel complesso comunque consiglierei il film, che grazie a un lavoro di fino del regista e degli attori riesce a superare quel sapore un po' ovvio e forse dolciastro insito in alcune scene, per diventare un compiuto aggiornamento del film basato sulla formazione di un giovane e sullo scontro generazionale con gli adulti.

Voto 7/10

Alexander Payne

The Holdovers - Lezioni di vita (2023): Alexander Payne

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