Espandi menu
cerca
The Holdovers - Lezioni di vita

Regia di Alexander Payne vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Mulligan71

Mulligan71

Iscritto dal 6 aprile 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 42
  • Post -
  • Recensioni 1233
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Holdovers - Lezioni di vita

di Mulligan71
7 stelle

"The Holdovers" è la quintessenza del Cinema di Alexander Payne. Perfino la neve, Boston, il liceo Burton, prima che i personaggi, hanno l'impronta di Payne, del suo sguardo profondamente Cinema americano anni settanta, che ha già sfornato almeno tre gioielli, prima di questo: "Sideways", 2004, "The Descendants", 2011, e "Nebraska", 2013. Con "The Holdovers" probabilmente centra il film della vita, pur non essendo, a mio parere, il suo film migliore. "The Holdovers" è puro modernariato anni settanta, tutto è vintage, a partire dai titoli. Il film è trascinato da un Paul Giamatti straordinario, giustamente candidato ai prossimi Oscar, burbero professore di Storia in un piccolo liceo per figli di papà, all'alba dell'anno 1971. La vicenda si svolge in un pugno di giorni, prima, durante e dopo le feste di Natale, in cui la scuola si svuota, tranne che per alcuni studenti, che per un motivo o per l'altro, sono costretti a rimanere. L'odiato professor Hunham dovrà badare a loro. Se la prima parte del film non mi ha detto granché, piena zeppa di cliché, è la seconda, quando la vicenda si fa piccola e intima, quando i protagonisti principali rimangono in tre, che il film decolla, che Payne può dare il meglio: nessuno come lui è capace di gestire cinematograficamente, oggi, questi piccoli baratri esistenziali, queste gentili sinapsi che si creano, a base di solitudine, liquori, sguardi e sentimenti, riuscendo a fermarsi un attimo prima che diventino melassa. E allora, fra musica di quel tempo là, (The Chambers Brothers, Cat Stevens o ABB), e carole di Natale, il Vietnam che spoglia l'America della gioventù più povera, davvero il film arriva dove deve arrivare, finalmente non è più solo legna per la nostalgia, ma diventa un altro bel gioiello di Payne. Un film sentimentale senza esserlo davvero, una commedia garbata e dolce sull'America, che ha il passo di un brano di Simon & Garfunkel ascoltato in una notte di neve. 

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati