Regia di Martin Goldman vedi scheda film
Trivia: J.J. Barry e Carole Shelyne si sposarono durante le riprese. "The Hant", tit. di lavorazione.
Secondo e ultimo per vent'anni, dei quattro lungometraggi in tutto diretti da Martin Goldman, è un interessante, misterico e molto stilizzato thriller stregonesco, rurale con ramificazioni nel folk gotico(l'esperta e studiosa di soprannaturale Kim Hunter), forse psicologico e proiezione della mente traumatizzata e paranoide del protagonista, forse veramente soprannaturale, il tutto sta alla libera interpretazione dello spettatore e di un finale apertamente criptico(il frammentario, enigmatico personaggio del nonno), che come per parola dello stesso Goldman, fino all'ultimo non si sapeva come concludere(e che come altri ma qui in maniera più pronunciata, sembra "precorrere" una analoga famosa sequenza, di "Suspiria" dell'anno successivo).
Oltretutto cercando pure di abbracciare una storia del filone "Revenge"familiare, delle esplosioni violente dell'esp forse demoniaco, e di dolore nel colpevole protagonista investitore di una bambina rimasta uccisa(bello l'uso che già Goldman utilizzava nella brevità degli spot pubblicitari della Coca-Cola, di flashback a frammentare la narrazione), un ottimo forse mentalmente malato, sofferente e disturbato, J.J. Barry.
E' comunque espressione di un cinema indipendente e libero, ricercato, bello visivamente e per la fotografia di Richard E. Brooks che benissimo trasmette le ambientazioni lacustri, boscose e umide, dalla pallette di colori calda e ricchissima, liquida e pittorica, oltre che per la colonna sonora dai suoni minimalisti con apporto di suoni elettronici e naturali, che ben sottolineano certe visioni macabre di figure nere incappucciate nella foresta, di William Fischer.
Mai uscito nei cinema italiani, e doppiato soltanto molti anni dopo, per la videocassetta ViViVideo.
Ted_Bundy1979
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta