Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Gli adolescenti Seydou e Moussa vivono in Senegal e sognano l'Europa, in particolare l'Italia. Messo da parte il denaro per il viaggio, i due ragazzi, di nascosto e contro il volere delle famiglie di origine, partono in direzione nord. Dopo aver affrontato gravi pericoli e sofferto per una lunga detenzione in Libia, per Seydou e Moussa giunge il momento di attraversare, a bordo di un poco affidabile barcone ed in compagnia di altre persone, il mare che li separa dall'Italia. A Seydou, ancora minorenne, è affidato l'incarico di condurre il natante. Il regista Matteo Garrone affronta il tema delle migrazioni raccontandolo, tra i tanti possibili, dal punto di vista di due giovanissimi. Non è la guerra, non sono persecuzioni, ne' la fame a spingere i protagonisti ad intraprendere un pericoloso viaggio in direzione dell'Europa. Nel loro Senegal non c'è ricchezza ne' benessere, ma, tutto sommato, si sopravvive. Può bastare ciò a ragazzi nel fiore degli anni, alla ricerca di migliori prospettive, anche in maniera un po' sconsiderata, come capita a tutte le persone della loro età, ovunque esse vivano ? Certamente no; pertanto eccoli a bordo di un pullman, con i loro sogni e poche risorse necessarie a completare il viaggio, sulle quali mettono le loro grinfie i loschi personaggi che prosperano a danno di persone in difficoltà; frontalieri corrotti, falsari, trafficanti di ogni sorta. Seydou e Moussa attraversano il deserto del Sahara e giungono in Libia; i loro tragitti si incrociano con quelli di migliaia di altri esseri umani in viaggio verso nord per i motivi più disparati. Non tutti ce la fanno; qualcuno cade tra le roventi sabbie del Sahara, qualcun altro non sopravvive ai maltrattamenti patiti nelle carceri libiche. Altri sono destinati a morire in mare, ma ciò non si verifica in questa storia. Seydou è in grado, aiutato da condizioni meteorologiche non proibitive, di condurre a ridosso di coste italiane la varia umanità con la quale ha condivioso disagi e pericoli. Lo sceneggiatore sceglie di non offrire agli spettatori il punto di vista dei popoli ricchi, non sempre felici di accogliere le genti in difficoltà provenienti da sud, dando modo agli spettatori di costruire, in proposito, una loro idea. Per il diritto italiano, condurre un'imbarcazione che trasporta migranti irregolari è un reato di notevole gravità; per il giovane e volenteroso Seydou, una responsabilità; essere in Europa è un suo successo, e la relativa soddisfazione è condivisibile. Egli, nonostante le mille ingiustizie viste e patite, è riuscito a rimanere ... umano. Il regista si avvale di attori non troppo noti, con l'eccezione di Hichem Yacoubi, il quale interpreta il trafficante Ahmed. Seydou Sarr e Moustapha Fall sono rispettivamente Seydou e Moussa, ragazzi semplici che affrontano le incognite di un'esperienza rischiosa con un entusiasmo che, pur essendo messo a dura prova ed a tratti vacillando, li anima fino alla fine. Pur avendo i toni del dramma, il film non è angosciante. Il ritmo dela narrazione è piuttosto lento; quello che appare su schermo è cosa nota, e, considerata la gravità delle notizie che ciclicamente ci raggiungono, ai personaggi non va ... troppo male. Il racconto è ambientato tra terre del Nord Africa aride e desolate; lo "sciamare" di persone in direzione dei porti libici, e le ben rodate infrastrutture del malaffare che ne agevolano il procedere trasmette l'idea di trasformazioni epocali in atto. Le migrazioni sono un fenomeno che non è possibile arginare ne' con le leggi, ne' con la violenza; lo si regolare e gestire e, per riuscire, è necessario conoscerlo. "Io Capitano" offre, per questa soluzione, un piccolo spunto. La positività di Seydou e Moussa ragazzi è condizione tipica, mutatis mutandis, di qualunque giovane, di ogni parte del mondo. Comprendere ciò può simolare l'empatia e rendere la valutazione del fenomeno migratorio più oggettiva di quanto possa esserlo a seguito di una prima e superficiale analisi volta a considerare, per prima cosa, gli svantaggi per le popolazioni ospitanti. Buon film, istruttivo e non capzioso.
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