Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Seydou e Moussa sono due ragazzini africani che sognano l’Europa. Decidono, dunque, malgrado i vari moniti a non farlo, di imbarcarsi nel lungo viaggio che dovrebbe portarli in Italia. Ma capiranno ben presto che l’impresa è tutt’altro che semplice, e mette a rischio le loro stesse vite.
L’altrove è spesso sinonimo di felicità: un eldorado che, in un mondo povero, acquista la parvenza di una realtà metafisica, in cui è possibile realizzarsi e trovare una versione migliore di sé. Seydou e Moussa, giovani e ingenui, dovranno fare i conti, lungo il tragitto, con la malvagità umana, rappresentata dai predatori in agguato, disposti a vendere la libertà in cambio di qualche soldo. Garrone si immerge in questo “altrove”, apparentemente distante, dimostrando anzitutto, rispetto e sensibilità. La sua visione è, insieme, lirica e concreta, dentro una rappresentazione che, sebbene a tratti fiabesca, non dimentica mai di tracciare uno spaccato di storia intriso di dolore e sofferenza estremi.
Spesso, di fronte alle truculente notizie di cronaca, che riguardano i viaggi dei migranti verso i paesi occidentali, dimentichiamo che dietro i numeri anonimi vi sono delle esistenze reali. Il film di Garrone, oltre a essere un ottimo film in senso stretto, ha il merito di colmare questo vuoto.
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