Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Garrone approda alla maturità cinematografica con un'ottima pellicola che racconta la quotidiana Odissea di milioni di disperati verso le coste europee, e lo fa con uno stile asciutto e di grande impatto visivo grazie anche all'ottima fotografia che nel deserto africano si fa poesia pura
Che Matteo Garrone sia un regista di talento non è certo una sorpresa, ma in questo ultimo suo lavoro si coglie la maturità di chi non deve più sperimentare, e può affrontare una storia ben strutturata con mano ferma e sicura. Perchè nel raccontare la moderna Odissea di due giovani migranti africani verso l'agognata Europa era facile perdersi in un approccio tra il retorico e lo stereotipato, cosa che Garrone riesce a bypassare grazie ad uno stile asciutto che racconta ogni aspetto, anche i più crudi e spesso ignorati,di una fuga dove tutto è ben organizzato da bande criminali, poliziotti e militari corrotti, traghettatori di morte che non si fermano davanti a nulla pur di avere il predominio in un commercio di esseri umani che vale centinaia di milioni di euro. C'è anche una moderna tratta degli schiavi, paradossalmente l'unica via di fuga dai lager libici andando a lavorare come manovalanza a basso costo per riscattarsi dal perenne capestro di una prigionia fatta di botte e torture. Un ottimo film, supportato dalla bravura fresca dei due giovani protagonisti e da una fotografia che nel deserto africano si fa poesia pura.
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