Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Premiato all'80esima edizione della Mostra di Venezia con il Leone d'argento alla regia e il Premio Marcello Mastroianni per il protagonista Seydou Sarr, "Io capitano" è l'ultima coraggiosa fatica di Matteo Garrone, possibilmente fra i migliori autori italiani degli ultimi vent'anni. Dopo il macchinoso, seppur visivamente maestoso, "Pinocchio" datato 2019, il regista romano ritorna in formissima trattando la difficile tematica dell'emigrazione africana in Europa. Protagonisti di questo tortuoso viaggio sono i giovanissimi Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), due ragazzi senegalesi che lasciano il proprio paese per percorrere la rotta verso l'Europa, abbandonando i propri cari e la monotonia delle loro vite. Il ritratto che Garrone lascia in questa pellicola lucidissima è semplicemente maestoso per la quantità di immagini che ci regala: dalla fotografia di Paolo Carnera che vira su colori caldissimi come l'arancione, a loro volta alternati da altri più soffici come il blu, passando per le musiche di Andrea Farri che ampliano la sostanza di cui già si nutre il film, ultimando il tutto al corposo ed impeccabile montaggio di Marco Spoletini. L'ultimo primo piano sul volto di Seydou è talmente carico emozionalmente da valere come una delle sequenze più espressive ed anarchiche degli ultimi anni.
La mediocre distribuzione di un'opera simile mette in chiara luce le tremende sorti politiche di un paese tradizionalista, conservatore e reazionario.
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