Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Monica è soggetta a gravi vuoti di memoria. Edoardo, suo marito, cerca di capirla, confortarla, curarla, ma l'unica cosa che sembra funzionare per la donna è la visione dei film della Vitti, con cui si immedesima completamente. Molto presto diventerà una vera e propria ossessione.
La celebre frase che dà il titolo a questo film è presa da Deserto rosso, diretto nel 1964 da Michelangelo Antonioni: “Mi fanno male i capelli”, diceva Monica Vitti preda di un'inquietudine esistenziale mai raccontata prima sullo schermo. E proprio l'impossibilità di trasmettere il disagio è al centro anche di questo lavoro, diretto da Roberta Torre, che ne scrive anche la sceneggiatura con la collaborazione di Franco Bernini. L'idea, forte, dirompente, al centro del copione – una donna che perde la memoria e progressivamente si identifica sempre maggiormente con Monica Vitti – è resa ancora più magistrale dalla scelta di affidare il ruolo della protagonista all'attrice probabilmente più quotata del momento (2023) e cioè Alba Rohrwacher. Ma per un ruolo simile neppure lei può essere adatta, purtroppo: per quanto ce la metta tutta, il paragone diretto e inevitabile – poiché è il fulcro della storia, riproposto a ripetizione lungo l'intera trama – tra Vitti e Rohrwacher vede vincere la prima e per distacco. Il rischio è ovviamente quello di sminuire l'interprete di questo lavoro, lavoro che peraltro indulge abbastanza spesso su elementi nostalgici che deviano un po' il discorso di fondo dalla sua traiettoria originale. Non tutto va a segno, insomma, ma l'omaggio a Monica Vitti arriva per forza di cose ed è articolato in maniera senz'altro funzionante. Nel cast troviamo anche Filippo Timi, nei panni del marito della protagonista, Maurizio Lombardi, Marina Rocco ed Elio De Capitani. 5,5/10.
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