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Una morte di troppo

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su Una morte di troppo

di hupp2000
8 stelle

Divertentissimo giallo nello stile più classico del grande regista : borghesia della provincia francese piena di scheletri negli armadi, omicidi, un ispettore alla Maigret, atmosfere alla Simenon e attori eccellenti. Gli ingredienti ci sono tutti, ma siamo in presenza di uno Chabrol più leggero del solito. Sa in partenza di non puntare alla grande opera d’arte ma, come ha spesso raccontato egli stesso, adorava queste trasferte in provincia, la ricerca delle locations, il contatto con le figure locali. Si divertiva e faceva gustosamente divertire il suo pubblico. Altrettanto in sintonia appaiono i suoi attori. L’ « inspecteur Lavardin », interpretato da Jean Poiret, con il suo comportamento al limite del lecito per un poliziotto e la sua aria apparentemente bonaria, compare solo dopo 40 minuti e funziona molto bene, tanto da meritarsi un « sequel » l’anno successivo con l’altrettanto valido « Inspecteur Lavardin ». Non meno convincente la figura della classica madre psicotica, ossessivamente e morbosamente attaccata al figlio, cui da vita Stéphane Audran, ex-moglie di Claude Chabrol e interprete di alcuni tra i suoi capolavori (« Il tagliagole » e « Stéphane, una moglie infedele », entrambi del 1969, « L’amico di famiglia » del 1972, « Violette Nozière » del 1978 e « Betty » del 1992, tanto per citare quelli che considero i migliori). Qui, Stéphane Audran è una povera madre abbandonata dal marito e inchiodata su una sedia a rotelle. Difende la sua casa minacciata da imprenditori senza scrupoli che tentano di sfrattarla, ma è un personaggio completamente fuori di testa. Parla con il marito assente, nel finale incendia la sua stessa casa... Una figura politicamente scorrettissima, come amava crearle quel burlone di Claude Chabrol. Altro attore feticcio del regista, Michel Bouquet è ovviamente perfetto nel ruolo del notaio notabile del paese, perfido e vile. Avrei voluto che la sua partecipazione occupasse più tempo nel racconto. L’unico vero e proprio neo del film è la colonna sonora. Prima o poi qualcuno dovrà pur dirlo : Matthieu Chabrol, figlio di tanto padre, si da arie da grande compositore moderno e scrive musiche orripilanti, stonate, sgraziate, brutte ! Purtroppo, ha collaborato con il genitore in ben 20 pellicole !

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