Regia di Jacques Dorfmann vedi scheda film
Basterebbe il cast a lasciare indifferenti. Christophe Lambert, Klaus Maria Brandauer, Max von Sydow, Inés Sastre. Un attore inesistente quando non fa l’immortale, una modella celebre per il suo inespressivo e indelebile sorriso stampato in faccia, due nomi che potrebbero comparire in qualunque film e rimanere impermeabili all’intreccio e al periodo storico raccontato. Von Sydow, incappucciato in una tonaca bianca, dovrebbe essere un capo dei druidi, Brandauer, scapigliato come Alberoni, dovrebbe essere Giulio Cesare. Il regista Jacques Dorfmann si lancia, da incosciente, nel filone epico e canta le gesta di Vercingetorige, l’eroe leggendario che osò sfidare la potenza militare di Roma. Il film viene sconfitto, con perdite più gravi dei Galli all’epoca, da un’interpretazione catastrofica, da dialoghi ridicoli, da battaglie massacrate dalla macchina da presa e dal montaggio. Ad appesantire questa versione seria di Asterix, l’invadente estetica del paesaggio bulgaro e l’insipienza dei parrucchieri. Le terrificanti acconciature meritano un posto nel museo dello stracult.
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