Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
La famiglia Frattasio è una tra le tante che, nella Napoli di fine anni '70, tira avanti grazie ai proventi di piccole attività illecite; il capofamiglia Pasquale prepara e vende una brodaglia a base di tè spacciandola per whisky. Tra i tre figli, il mediano, Enrico, è un appassionato e, grazie al suo lavoro di uomo delle pulizie in un negozio di elettrodomestici e dischi, buon conoscitore di musica pop. Vorrebbe fare il dj, ma il suo aspetto ed i modi un po' anonimi gli precludono la carriera. Inizia dunque a registrare e far girare audiocassette con le hits del momento, molto apprezzate nel quartiere grazie alla sua capacità di saperle ben "incastrare" tra loro. Quando il negozio chiude, Enrico, dovendo trovare una fonte di reddito, sceglie di far soldi sfruttando la propria abilità. La vendita delle sue audiocassette, duplicate con strumenti professionali, va a gonfie vele. Arriva, per i fratelli Frattasio, la ricchezza, sfruttata in parte per allargare sempre di più il giro d'affari; arrivano i contatti con la malavita organizzata e con imprenditoria priva di scrupoli; arriva, infine, l'attenzione della guardia di finanza, attratta dalla ricchezza esente tasse generata da un fenomeno che prende il nome di "pirateria musicale". Il giovane regista Sydney Sibilia racconta la storia di personaggi realmente esistiti; i fratelli Frattasio, arrestati e condannati per le attività sopra descritte, hanno scontato la pena e oggi conducono vita onesta. La storia del loro torbido progetto imprenditoriale è narrata intrecciandola alla descrizione di una Napoli popolare, tra gli abitanti della quale in molti sono esperti nell'arte dell'arrangiarsi. Contrabbando, piccoli traffici, sofisticazioni come quelle praticate da papà Frattasio generano un reddito indispensabile al sostentamento di famiglie numerose. Il geniale Enrico, nome d'arte Erry, imbastisce un commercio assolutamente illecito che può prosperare non solo grazie ai buoni uffici dei fratelli ed alle sue capacità tecniche, ma anche alla scarsissima consapevolezza dei danni che il proliferare di copie non autorizzate dei brani può - potenzialmente - arrecare al comparto musicale. Ciò è dovuto ad una certa arretratezza delle istituzioni, in proposito. La consorteria di Erry è osteggiata dall'ufficiale della guardia di finanza Ricciardi, il quale si trova a sbattere contro simbolici muri di gomma innalzati non solo da Enrico ed i suoi, i quali realizzano "incastri" societari in modo da essere operativi, nonostante i ciclici smantellamenti dei laboratori di duplicazione, ma anche dai superiori, poco interessati ad un fenomeno criminoso tutto sommato non violento e dalla dannosità non facilmente calcolabile - non è infatti mai dimostrato che chi non può comprare pirata si rivolge al mercato legale - almeno finchè il fenomeno giunge all'attenzione della politica. Quel momento segna la fine per le attività e la libertà di Enrico e fratelli. Il protagonista è interpretato da Luigi D'Oriano; il suo Enrico è un soggetto anonimo, poco appariscente, discreto. Gode del benessere materiale ottenuto con la propria attività, senza eccessiva ostentazione. Ciò che gli dà più soddisfazione è l'aver potuto realizzare il proprio sogno di dj, nel senso originario e più stretto del termine. Sceglie la musica; diverte, incuriosisce, entusiasma, emoziona gli ascoltatori. Non sembra, infine, disperato per la perdita del suo "impero" di audiocassette pirata e - all'ultimo - anche cd, bensì dispiaciuto perchè gli è preclusa la possibilità di esprimere i suoi virtuosismi. Un altro personaggio che colpisce è papà Pasquale; pur potendo vivere negli agi garantiti dai redditi di famiglia, continua con la propria attività di piccolo falsario coinvolgendo i suoi ragazzi; sicuramente un modo per l'intera famiglia di sentirsi unita così come lo era molti anni prima. I toni del film sono quelli della commedia; la "napoletanità" dei personaggi, tragicomici e non eccessivamente macchiettizzati, è da supporto alle vicende, anche drammatiche, nel quale sono coinvolti i protagonisti. La colonna sonora, basata su sonorità dance e pop anni '80, è molto gradevole. I ritmi della narrazione sono lenti. Incidentalmente, il racconto affronta la tematica, molto divisiva, della tutela dei diritti di autori e produttori discografici. Il regista non prende una posizione nitida; dà conto di come, almeno fino all'inizio degli anni '90, il disvalore sociale del commercio non autorizzato della musica non fosse assolutamente percepito; le attività dei fratelli Frattasio erano contrastate non tanto per quanto sottraevano ai legittimi proprietari dei beni, dei quali era pur possibile replica potenzialmente infinita, quanto per violazioni di carattere fiscale, sfruttamento di lavoro nero e manodopera clandestina, abusivismo commerciale, etc. e solo con il formarsi di una coscienza che l'autore ci dice essere avvenuto dietro spinta della politica - a sua volta sostenuta dalla grande imprenditoria, che si vedeva sottratta una buona fetta di (ipotetici) guadagni - il capitano Ricciardi ebbe risorse e "carta bianca" da utilizzare contro l'organizzazione di "Erry". Le vicende intorno ai milioni di audiocassette "Mixed By Erry" diffuse in Italia negli scorsi decenni non hanno lasciato il segno; i nastri avevano fatto il loro tempo e nuovi media e modi di fruire della musica si sono imposti, così come i fronti della contraffazione e del contrasto ad essa. Ma il passare del tempo ed un rinnovato interesse per le audiocassette ed altri elementi ormai vintage hanno conferito profondità storica e curiosità sui quei fatti, che Sydney Sibilia ci racconta con garbo, anche ricostruendo il contesto sociale entro il quale si è mossa la famiglia Frattasio e non sbilanciandosi in merito ad una valutazione morale circa le attività degli stessi.
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