Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film
Appresa l'arte del falsario fin da bambino (suo padre vendeva bottiglie fasulle di Jack Daniel's), Enrico "Erry" Frattasio (l'esordiente Luigi D'Oriano) coniugò le sue malriposte aspirazioni da dj con la capacità imprenditoriale dei due fratelli e di un faccendiere bauscia (Gifuni, perfetto come sempre), grazie ai quali negli anni Ottanta mise su una ciclopica industria di musicassette pirata fino a creare un impero economico illegale. Al suo quinto film da regista, Sydney Sibilia conferma il buono stato di salute della commedia italiana, narrando quella incredibile storia vera che fece di Mixed by Erry la prima casa discografica d'Italia (al punto che nacque persino la contraffazione del falso), tanto da diventare l'ossessione di un agente della finanza (Di Leva) che fece di tutto per mandare i fratelli Frattasio in carcere. Tra tanta musica di quegli anni (dalla new wave al new romantic, con citazioni di Pino Daniele e dell'ultimo Battisti) e la ricostruzione di una Napoli che oscillava tra l'ebbrezza del primo scudetto e la crudezza delle guerre di camorra, il film racconta con un ritmo che non conosce pause quella stupefacente vicenda di parossismo della riproducibilità tecnica, che portò i fratelli Frattasio a registrare qualcosa come 180 milioni di cassette in una situazione di vuoto normativo (la Federazione contro la Pirateria Musicale nacque soltanto nel 1996). Come già ne La vera storia dell'isola delle rose, ancora una volta Sibilia propone un racconto inedito con una scrittura spumeggiante, nel quale la napoletanità non viene mai ridotta a cliché e da cui emerge lo spirito di un'epoca che, nel talento e nell'intuito di Erry, trovò la versione umana degli odierni algoritmi di marketing discografico.
Vietatissimo allontanarsi dalla sala prima della fine dei titoli di coda. Solo così saprete come si piratava il festival di Sanremo in tempo reale.
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