Regia di Dexter Fletcher vedi scheda film
Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera ma, per arrivare nei pressi del traguardo – quantomeno – piazzati in buona posizione, rimane comunque parecchia strada da battere. Allo stesso modo, una buona idea, come uno spunto iniziale che rilascia sensazioni invoglianti, deve essere continuamente accompagnata/assecondata lungo il suo intero tragitto, infarcita di altri spunti in grado di sorreggerla e integrarla.
Purtroppo, Ghosted non riesce minimamente in questa missione, peraltro tutto fuorché impossibile considerando che si tratta di un film che ronza in lidi abituali, con l’unica ambizione di offrire uno svago allietante, di facile lettura.
Cole Turner (Chris Evans – Captain America: Il soldato d’inverno, Snowpiercer), un ragazzo timido e ancorato nella fattoria di famiglia, finisce vittima del classico colpo di fulmine quando incontra l’affascinante e sbarazzina Sadie Rhodes (Ana de Armas – No time to die, Blonde).
Dopo aver trascorso insieme una splendida giornata, culminata in una notte di passione, Sadie scompare nel nulla e Cole, nonostante non abbia mai messo il naso fuori dalla sua contea, decide di partire per Londra al fine di rintracciarla.
Ci metterà poco tempo per scoprire che Sadie non è la ragazza tranquilla che aveva conosciuto, bensì un’agente della Cia piena di risorse, finendo invischiato in un intrigo internazionale, ricercato da Leveque (Adrien Brody – Il pianista, Detachment. Il distacco), un criminale senza scrupoli che lo scambia per un uomo misterioso, essenziale per portare a compimento un piano diabolico.
Uscito direttamente su Apple+, risultando di gran lunga il miglior esordio - per quantità di visualizzazioni - degli ultimi mesi sulla piattaforma, Ghosted si dimena come un ossesso, cambiando ripetutamente marcia per poi produrre un rendiconto contraddittorio, per non dire semplicemente scadente.
Sostanzialmente, la sceneggiatura elaborata da un team costituito da Rhett Reese e Paul Wernick, il collaudato binomio artefice dei due Deadpool, integrati da Chris McKenna, l’accreditata firma della più recente e fortunata trilogia di Spider-man, raggruppa e centrifuga commedia romantica e action movie, spy story e avventura, facendo riferimento – così come affermato in fase di presentazione dal regista Dexter Fletcher (Bohemian Rhapsody, Rocketman) – a film come All’inseguimento della pietra verde e Prima di mezzanotte, ma soprattutto a True lies, rovesciando i contrappesi tra i ruoli di uomo e donna, facendo sì che non sia più la ragazza a essere spaesata e in pericolo.
Questo spunto di partenza è il fattore predominante su cui tenta – con affanno - di reggersi il film, peraltro rimarcato dal fatto che nei panni del ragazzo acqua e sapone, che finisce risucchiato in una vicenda fuori dall’ordinario (proprio da film), ritroviamo l’ex Captain america Chris Evans. In più, va menzionata l’intesa tra l’attore di Boston e Ana de Armas, perfettamente collaudata dalle esperienze precedenti (Knives out e The gray man), quantunque le scelte – fastidiosamente castigate - di cui dispongono siano limitate al registro brillante della commedia, con poli opposti che bisticciano amabilmente.
Per il resto, che poi occupa parecchio spazio, si fa incetta di fuochi d’artificio e si scatena un discreto baccano, ma il candeggio rimane deludente, al netto di partecipazioni speciali che danno vita a un gustoso effetto domino. La spina dorsale è esile, il filo logico evapora al primo scossone, le scene madri vengono scodellate tra una fase di stanca e la seguente, la mira diventa sempre più sbilenca e spannometrica, i numeri d’acrobata denotano raramente qualità degne di nota, mentre fa male al cuore vedere Adrien Brody relegato nella parte di un villain a malapena abbozzato.
In parole povere, Ghosted dà un colpo al cerchio e uno alla botte, procede a strappi con l’unica pretesa di intrattenere un pubblico generalista che si accontenta di (molto) poco. Ci prova con il diritto e anche con il rovescio, forza la mano e iscrive a referto tutto lo scibile a disposizione, ma rimane un blockbuster ottuso (neanche tenta di mettere delle pezze sulle voragini che apre a ripetizione) e scomposto, estemporaneo e sfilacciato, che distribuisce contentini un po’ per tutti senza cavalcare pienamente nessuna delle sue variegate caratteristiche salienti.
Dunque, finisce impigliato in una controproducente e sconclusionata altalena, riceve rifornimenti continui ma li centrifuga senza ricavarne contributi significativi, un vero spreco se si considera il materiale umano che detiene e un’impostazione – almeno sulla carta - promettente.
Maldestro e insipido.
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