Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
Annaud ci mostra con chiarezza come si può fare un film idiota sulla Seconda Guerra Mondiale. Il regista francese riduce una delle battaglie decisive della guerra (se i Tedeschi avessero sfondato a Stalingrado avrebbero potuto impadronirsi del petrolio del Caucaso, con conseguenze immaginabili) ad uno scontro tra superuomini, come se fosse possibile far rivivere su pellicola i duelli tra Ettore ed Achille, che nei poemi epici potevano decidere le sorti di una guerra. Purtroppo Annaud non possiede un briciolo della poesia omerica e neppure sa dare alla propria creatura un po' dell'ironia che anche i polpettoni hollywoodiani come "Via col vento" possiedono. In più, si trova nel film un anticomunismo stupido, oserei dire berlusconiano, affidato addirittura alle parole di un ufficiale sovietico, impersonato dal glorioso Salvatore del "Nome della rosa". Le parentesi romantico-erotiche fanno sembrare "Il nemico alle porte" una versione della Seconda Guerra Mondiale raccontata a dispense su Playboy.
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