Regia di Cameron Crowe vedi scheda film
Immergersi nel rock anni ’70 è, intanto, la sensazione più piacevole. Affrontare i dietro le quinte poi, per quanto edulcorati, in compagnia di un giovanissimo aspirante giornalista, è stato emozionante perché l’argomento mi coinvolgeva particolarmente, essendo cresciuto a rock e Ciao2001, mentre i coetanei per lo più cantautoravano i nostrani menestrelli. La storia poi mi ha intrigato, con i suoi toni, i sotterfugi, la voglia di sogno, le valanghe di concerti a memoria (di sudore, canne, lacrimogeni, scavalchi improbabili, mega attese…), le sottigliezze psicologiche (l’outing collettivo in aereo è da cineteca…), e tutti i contorni legati con un filo invisibile ad un tempo andato, stranamente lontano eppure in grado di riavvolgerci attorno a note desuete pur nella loro familiarità, a volti disegnati magari ingenuamente ma in grado di fornire una lettura a dimensione, come suol dirsi, umana, Proprio come il “quasi famosi” del titolo: ad un passo dalla leggenda ma inesorabilmente incastrati ad un ordinario, a vederlo ora, comunque fantastico. Un film per cinquantenni, e pure nostalgici e malinconici. Astenersi videogamers.
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