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Ferite mortali

Regia di Andrzej Bartkowiak vedi scheda film

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La recensione su Ferite mortali

di giurista81
5 stelle

Poliziesco d'azione girato dall'ex direttore della fotografia Andrzej Bartkowiak, una vita spesa al servizio di Sidney Lumet (direttore della fotografia di dodici film), ma anche direttore della fotografia di cult quali L'Avvocato del Diavolo (1997), Jade (1995), Speed (1994) e I Gemelli (1988). 

Bartkowiak, alla seconda regia, viene confermato dal volpone Joel Silver, produttore di super classici che hanno fatto la storia del cinema d'azione americano quali 48 Ore (1982), Commando (1985), Predator (1987), Arma Letale (1987), L'Ultimo Boyscout (1991) Demolition Man (1993) e Matrix (1999). Bartkowiak si vede sostituire il protagonista Jet Li con Steven Seagal, ma si ritrova i colored Anthony Anderson e Isaiah Washington. Ci sono anche il rapper DMX (nulla di che) doppiato da Riccardo Rossi (la voce di Johnny Depp) e il mitico e ingrassato Bill Duke (quello che urla "contatto" in Predator). Seagal è in forma, non troppo inflazionato e non ancora confinato in prodotti di quarta fascia (come succederà in seguito). Viene chiamato a interpretare il ruolo di un poliziotto casinista alquanto stereotipato, ovvero il reazionario che ricorre alla violenza (con grande dispendio di pallottole) per ripristinare la legalità, in barba a ordini e procedure. Spedito dai superiori in un altro dipartimento per motivi disciplinari (viene persino degradato al ruolo di "vigile"), il "nostro" verrà a capo di un'indagine di corruzione interna alla polizia in una versione spettacolarizzata di Serpico.

Bartkowiak sfrutta una sceneggiatura abbastanza solida e intrisa di ironia (di cattivo gusto il dialogo finale tra Anderson e il simpatico Tom Arnold), agevolata dall'essere stata estrapolata da un romanzo di John Westermann. Non mancano tuttavia una serie di esagerazioni (persino una citazione a Fuga dal Bronx di Castellari con un elicottero che viene fatto esplodere, da terra, con una serie di pistolettate). A differenza di altri prodotti del genere si cercano dei colpi di coda, con trovate a sorpresa, per evitare la piattezza narrativa. In altri termini si opera un rimescolamento di carte che ribalta i ruoli tra "i buoni e i cattivi". "I cattivi sono fuori" dice a un certo punto Michael J White (interpreta un poliziotto che sembra proteggere Seagal), ma niente è come sembra.

Notevole, per montaggio e azione, il prologo. Purtroppo poi il film cala di intensità e proprone poco di nuovo. Una volta si sarebbe definito un classico film da cassetta. Piacerà ai fan di Seagal.

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