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Femminile singolare

Regia di James Bort, Rafael Farina Issas, Kristian Gianfreda, More Raça, Matteo Pianezzi, Adriano Morelli, Elena Beatrice, Daniele Lince vedi scheda film

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La recensione su Femminile singolare

di Gangs 87
5 stelle

1. la prima ballerina dell'Opera di Parigi si scopre incinta e non ha il coraggio di confidarlo alla direttrice dell'Opera, che l'ha scelta per mandarla al Bolshoi come sua allieva migliore;

2. una madre di famiglia ha un lavoro faticoso con cui mantiene il marito disoccupato e tre figli, ma sogna di regalare alla figlia un abito costoso per le nozze imminenti;

3. una prostituta viene picchiata, derubata e abbandonata da un suo cliente, così nel mezzo della notte percorre un tragitto in autobus sul quale si confronta con diverse figure che in qualche modo sembrano rappresentare la sua vita;

4. una ragazza kosovara assiste all'impotenza di sua madre, picchiata dal padre, e viene promessa in sposa ad un connazionale che si è trasferito in Germania;

5. una figlia gay, insieme alla sua compagna, accompagna la madre malata, che non accetta la sua omosessualità, da un sedicente guaritore;

6. la mamma di un ragazzo disabile deve fare i conti con il risveglio della sessualità di suo figlio;

7. una giovane promessa sposa in Albania deve dare prova della sua verginità alla futura suocera per mostrarle il rispetto della tradizione.

 

Sette storie molto diverse tra loro, accomunate da un solo singolo elemento in comune: la protagonista è sempre una donna, a volte accompagnata da altre donne, ma il focus della narrazione è incentrato, come già suggerisce il titolo, su singole storie raccontate da una prospettiva femminile, capace di mostrare aspetti di vita apparentemente ordinaria utilizzando uno sguardo dall’interno, offrendo un coinvolgimento assoluto nella narrazione.

 

Prese singolarmente, le storie rappresentate, sembrano tutte funzionare, anche quelle molto brevi, talmente brevi che si ha l’impressione di una interruzione improvvisa. Ma, messe così, una dietro l’altra, non garantiscono alla pellicola la struttura necessaria per essere definita tale. L’unione di queste storie brevi non sembra pensata e l’effetto finale desta qualche perplessità.

 

Interessante invece la presenza di diversi volti noti del cinema. Da Catherine Deneuve nei panni della direttrice dell’Opera, passando per Monica Guerritore in quelli della madre con la fissazione del vestito da sposa per la figlia per finire con Violante Placido, madre afflitta dalla disabilità del figlio ma pronta a sacrificare la propria dignità.

 

Storie forti, che lasciano riflettere, nonostante lo stridio causato dall’assemblaggio della pellicola, l’apprezzamento di Femminile Singolare è maggiore se lo si pensa, piuttosto che come una semplice pellicola, come un festival cinematografico, capace di racchiudere in un unico “ambiente” un insieme di storie simili ognuna con una propria identità.

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