Regia di Ridley Scott vedi scheda film
La versione director's cut da 204'(è non 250' come detto da qualcuno), cioè con circa 48' minuti in più della versione cinematografica di quasi un anno fa, è certamente superiore a quest'ultima, anche perché "lima" e riequilibra con più minuti di battaglie e scene di massa, dettagli truculenti ottimamente girate/i ma piene zeppe di abbellimenti, marchiani e autocompiaciuti falsi storici(come per la battaglia a palle di cannone sul lago ghiacciato di Austerlitz, che non è mai esistita) urlate esagerazioni più da serie tv che lungometraggi, rispetto alla parte "Napoleone & Giuseppina", che poi vista la sua economia, sarebbe dovuto essere il vero titolo del film.
E nella quale troppa Storia importantissima e troppi avvenimenti di anni in altrettanto un pò sproporzionato per "limatura" minutaggio è dedicato alla vicenda di coppia, vengono visti attraverso troppe pecorine dei due(insopportabile, instabile, ingrata, anaffettiva e calcolatrice "troia", questa ultima parola la dice egli stesso nel film della moglie), il personaggio di Giuseppina secondo la coppia Scarpa-Scott, ma sembra che Phoenix abbia fatto riscrivere a suo piacimento buona parte della sceneggiatura), e troppi deliqui sessual-amorosi di colui che sembra sempre secondo Scott e Phoenix un povero mentecatto esaltato e pericoloso per ognuno che gli stia vicino come nella comunità, un bambino bizzoso e inizialmente soltanto molto fortunato, certo lontano anni luce dalla complessità grave e imperiosa, di Bondar?iuk-Steiger.
Purtroppo Ridley Scott, che è quasi sempre stato un regista eccellente sotto il comparto visivo anche per la scelta di affiancarsi con ddf dalla maestosa bravura- qui Dariusz Kondji-, quasi mai è lo è stato altrettanto come nello scavare in profondità i suoi personaggi(se non proprio nell'esordio de "I Duellanti" e in "Blade Runner"), e altrettanto di quel che una volta si chiamava "contenuto".
Qui non fa eccezione, e oltretutto non giova una certa evidente protervia e boria dello stesso Scott nei panni del personaggio storico di cui ogni più piccolo particolare è dettaglio di vita, personalità la quale riempie biblioteche intere dedicategli, oltre che come uomo.
A Scott, inglese, non piace molto per non dire affatto, il magnifico corso, e oltretutto si crede egli stesso-almeno come carriera cinematografica-, il vero Napoleone della situazione(basta vedere come ha risposto forse per l'ennesimo Oscar sfuggitogli, piccato e con una argomentazione da Marchese del Grillo, alle critiche osservazioni degli storici sulle davvero esagerate licenze dai veri fatti) , cadendo così in tutti gli errori e i tranelli di una simile elefantiaca impresa filmica, nella quale Kubrick ed è facile dirlo, mai sarebbe caduto, perché meno e certo non soltanto, interessato alla pura demitizzazione e riduzione a tragicomica caricatura.
Non ci si appropri in alcun modo della stessa caratura di progetto, poiché questo per quanto offra delle pagine di buon cinema spettacolare, e una certa cura formale in linea con la grande co-produzione internazionale ad alto budget che è(basta scorrere tutti i 10 minuti dei titoli di coda), è stato realizzato con una certe evidente frettolosità narrativa, e poco più di un paio di mesi di riprese effettive. Il progetto kubrickiano aveva già almeno un quinquennio soltanto di preparazione e di materiale preso da circa 500 libri su Bonaparte e la sua epoca, da potere esso stesso da solo riempire una biblioteca a parte, in parte poi confluito in "Barry Lyndon".
Apprezzabile però la visione che dà della politica, della Storia e dei suoi cicli Scott, con i re, Zar, imperatori, reggenti e consoli, che si chiamino Paul Barras, Alessandro I° di Russia, Francesco I° d'Austria, Charles-Maurice de Talleyrand- Périgord, che continuano a fare le loro sfarzose vite, ricevendosi e continuando amabilmente a parlarsi tra di loro(Duca di Wellington/,Rupert Everett che ordina al suo cecchino che dice di averlo bene nel mirino, di non sparare a Bonaparte dinnanzi alla sua tenda sul teatro di battaglia di Waterloo, perché "Non staremo certo a spararsi tra generali")che -e- tra palazzi di un lusso sfrenato e tende da campo arredate come gli stessi, attorniati da cortigiane/i e puttane varie di lusso, mentre centinaia di migliaia di uomini dei loro eserciti si massacrano gli uni contro gli altri, in fangosi campi di battaglia, e sanguinosissimi scontri di cavalleria armati, anche ineggiando e penando ai/per il loro carnefici. Tema infinito e sempre attuale come la stessa Storia e politica continuata con i mezzi militari della guerra.
John Nada
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