Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Alla soglia degli 86 anni, dopo una lunghissima carriera caratterizzata da alti molto alti (Alien e Blade Runner per citare i più famosi) e occasionali bassi (Soldato Jane, Robin Hood), Ridley Scott continua a cimentarsi con sfidanti kolossal che ambiscono a lasciare il segno nella storia, ad imitazione del protagonista di questo film, personaggio controverso quanto basta ad alimentare più chiavi di lettura. Tra quella che si centra sul fallimento delle ambizioni personali quando il proprio ego diventa smisurato, e quella relativa al rapporto tra democrazia e dittatura, ovvero a come un dittatore cresce e si insedia anche per rispondere a certe aspettative del popolo, concetto tanto ambiguo quanto realista, mi concentrerei su quest' ultima. E non solo per quello che sembra essere l'interesse principale della sceneggiatura, ma anche per l'attuale situazione mondiale in cui, tra guerre e recrudescenze di autoritarismi, la scelta del soggetto si rivela quanto mai tempista. Certo, i tempi sono cambiati, e se una volta ci si aspettava che anche un ambizioso statista cavalcasse in prima linea rischiando quanto i suoi soldati, oggi nessun aspirante Napoleone sarebbe disposto a farlo. Ma questi sono discorsi che lascio approfondire a chi ne ha voglia, così come lascio ad altri la voglia di trovare le varie inesattezze storiche che qua e là vengono segnalate. Personalmente preferisco pensare a Napoleon come ad un film in buona parte (giuro che il gioco di parole non è voluto) riuscito, anche grazie ad un protagonista capace di esprimere dignità ieratica ed ira trattenuta, e nonostante qualche caduta di tono (le brevi e inutili scene di sesso). Infine, sul versante spettacolare, le grandiose scene di battaglia ci rammentano che Ridley Scott è stato ed è ancora un grande regista d'azione, che sa conferire senso epico ma anche esprimere il profondo dolore che resta il principale risultato di ogni guerra.
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