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Napoleon

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Napoleon

di lamettrie
4 stelle

Un film ben confezionato ma comunque commerciale, convenzionale, conservatore, sul noto dittatore/aggressore seriale.

Innegabile è la perizia tecnica con cui lo spettacolo è garantito: costumi e scenografie sono impeccabili. Tutti recitano bene, in particolare il Phoenix nei panni, peraltro assai ardui, del protagonista. Le scene di guerra sono ottime – specie quelle dei soldati russi che disperdono il loro sangue dentro le acque gelate, sotto il ghiaccio che si apre sorprendentemente ai loro piedi. Gli orrori della guerra, per fortuna, non sono nascosti.

I pregi non sono pochi. Ma terminano qui. La storia rappresentata è assai banale. Non aggiunge nulla di nuovo a quanto si sa.

Soprattutto resta in un cliché tipicamente capitalista: la celebrazione del vincente, di chi persegue solo il proprio interesse fino in fondo, in modo anche immorale, se è il caso.

Non c’è traccia della soppressione costante che fece dei diritti umani. Diritti che, pomposamente e falsamente, diceva di voler propagare. Diritti che si erano affermati solo pochissimi anni prima grazie ai rivoluzionari di Francia. Ciò si dice, al netto delle contraddizioni che già esplosero nel quinquennio rivoluzionario, 89-94, e che Napoleone rese purtroppo solide, ai suoi tempi e comunque sulla lunga distanza, fino ai giorni nostri: il potere dei ricchi a discriminazione delle moltitudini non ricche.

Nell’incensazione dell’oligarchia plutocratica, da allora ad oggi vincente, il film è molto conservatore anche per la condanna dei poveri: non possono che essere ignoranti, cattivi, incapaci di capire, invidiosi.  

Il colpo di stato di Brumaio, con cui gli venne affidato il potere politico, è sottolineato in modo grottesco: con della musichetta e la ridicolizzazione degli esautorati, come se gli sconfitti fossero dei poveretti. Anche da qui si intuisce la sottolineatura della perdita dell’interesse collettivo, in favore di quello individualistico.  

C’è troppa guerra, a discapito di altri aspetti: in film già molto lungo di suo, questa insistenza crea noia.

Tra i pochi aspetti significativi non sacrificati, c’è l’amore: che in realtà appare il tema centrale. Ma è gestito in modo commerciale. Scott cerca di creare un interesse morboso per i versanti “rosa” della vicenda del dittatore, ma ciò in realtà non aumenta l’eccitazione media, come ci si aspetterebbe, nel senso buono del termine. Le scene a due sono noiose, soffocate da una cappa di silenzi, spesso. Il potere psicologico, che certe donne riuscirebbero ad esercitare sugli uomini di potere, è espresso in modo superficiale.

Del resto superficiale è tutto il film: una grande esaltazione dell’uomo volitivo e perché no, arrogante, che giustamente toglie la scena alla moltitudine degli altri maschi, in quanto meschini e non così virili. A livello commerciale, tale piattezza rende. Purtroppo.

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