Regia di Jon S. Baird vedi scheda film
Oggi popolarissimo in tutto il mondo, negli anni '80 Tetris era un semplicissimo videogioco programmato da un ingegnere elettronico russo a uso e consumo dei suoi colleghi di ministero. Poi, a una fiera ungherese del videogame, un compratore americano si fece avanti. Ma ottenere i diritti di un gioco prodotto dalla Russia comunista era tutt'altro che facile, soprattutto considerate le enormi potenzialità di Tetris.
Una storia avvincente fitta di colpi di scena e doppi giochi, un videogame popolarissimo al centro della vicenda; una sottotrama spionistica da far invidia al miglior James Bond, frutto di un'evidente contrapposizione vecchio stile tra capitalismo a stelle e strisce (ma anche inglese e giapponese, qui) e comunismo sovietico: gli ingredienti per un film esplosivo ci sono tutti, è inutile negarlo. Come sarebbe inutile far finta che il mix preparato dal regista Jon S. Baird a partire dalla sceneggiatura di Noah Pink funzioni: perché, davvero, ciò che prevale durante la visione di Tetris è una sensazione di occasione fallita, di potenzialità eccellenti sprecate. Tutto è trasparente nella messa in scena: dialoghi e personaggi, ambientazioni e situazioni risultano di una leggerezza quasi parodistica, sortendo talvolta perfino l'effetto contrario a quello voluto; quando Henk, il protagonista (un bravo Taron Egerton), fa ingresso di soppiatto al Ministero russo e viene redarguito poiché “qui nessuno entra senza un permesso”, lo spettatore non osa immaginare che – appena pochi minuti più tardi – da quella porta vedrà passare una sconosciuta che si spaccia per traduttrice e due rivali americani in affari del protagonista. Naturalmente il nostro eroe avrà immediato accesso all'ufficio del Grande Capo, così come chiunque altro: da luogo remoto e misterioso il Ministero diviene ben presto una caricatura barzellettistica, così come qualsiasi luogo comune sul comunismo e sulla Russia dell'epoca sarà sviscerato e ribadito senza vergogna, in maniera stucchevole, nel corso dell'intero film. I buoni sono completamente buoni e i cattivi sono completamente cattivi (e poco intelligenti): e questa è un'altra delle ragioni per cui non ha senso gran parte del film. Nel finale c'è spazio anche per un delirante Gorbaciov che annuncia disperato la sconfitta del comunismo: veramente tutto troppo, specie se si pensa che dovrebbe essere solamente il racconto dell'ascesa di un videogioco. Altri interpreti degni di nota: Nikita Efremov, Oleg Stefan, Roger Allam, Anthony Boyle, Valentin Trifonov e Sofya Lebedeva. 4/10.
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