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Una birra al fronte

Regia di Peter Farrelly vedi scheda film

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La recensione su Una birra al fronte

di supadany
6 stelle

Lo vediamo ogni santo giorno, nelle forme più disparate. Qualsiasi sia l’argomento affrontato, l’opinione pubblica si divide sulla base di convinzioni che con il tempo si sono radicate, il più delle volte senza possedere una complessiva e definita visione dei fatti. Così facendo, vengono erette delle barriere che rendono difficile da applicare, nonché inutile nella sostanza, anche un regolare contraddittorio. L’unico incontrovertibile metodo per configurare un’idea compiuta, consiste nel calarsi nella specificità della situazione, vedendo con i propri occhi e toccando con mano la carne viva.

Stati Uniti 1967. John “Chickie” Donohue (Zac EfronA qualsiasi prezzo, We are your friends) trascorre gran parte del suo tempo bevendo birra con gli amici nel bar gestito dal “Colonnello” (Bill MurrayRicomincio da capo, Ghostbusters). Un giorno, tra una bevuta e l’altra, annuncia di essere pronto ad andare in Vietnam, per ritrovare gli amici impegnati al fronte e consegnare a ognuno di loro una birra, esprimendo una sentita vicinanza.

Quella che in un primo momento sembra nient’altro che una semplice sparata, diviene incredibilmente realtà.

Durante questa avventura, John non potrà che (ri)vedere le sue idee con occhi diversi, dibattendosi tra scene di guerra, le rivalità interne che scatenano il fuoco amico e le indicazioni di Arthur Coates (Russell CroweIl gladiatore, A beautiful mind), un giornalista esperto del conflitto.

 

Zac Efron

Una birra al fronte (2022): Zac Efron

 

Con Una birra al fronte, produzione Apple Original ispirata a un’incredibile storia realmente accaduta, Peter Farrelly continua il suo percorso in solitaria, senza il fratello Robert con il quale aveva ripetutamente conquistato i botteghini negli anni novanta (soprattutto con Scemo & più scemo e Tutti pazzi per Mary), forte dei crediti acquisiti – successo di pubblico e una consistente quantità di premi, Oscar compresi - con il precedente Green book.

Inizialmente, ne segue la falsariga, ossia concepisce e mette in pratica una struttura a tinte miste, amministrando una storia usualmente trattata con toni drammatici condendola con varie inclinazioni da commedia, per poi stabilizzarsi su una carreggiata che gradualmente sceglie scientemente quale direzione prediligere.

Segnatamente, attacca bottone con estrema facilità, accennando alle varie divergenze in essere – vale per ieri come per oggi - nelle sfere della compagnie di amici, nella comunità e nel singolo nucleo familiare, imbastisce un’iniziativa simbolica e sfrutta le coincidenze offerte dal caso, per poi addentrarsi in uno scenario ostile. All’interno di quest’ultimo, il taccuino si riempie di note sparpagliate con una grammatica estemporanea, che vanno a costituire una road map contraddistinta dalla voragine che separa chi è fuori da chi si ritrova impaludato nella mischia, così come le parole dai fatti, dalle buone intenzioni contrapposte all’incoscienza, da esperienze segnanti e ripercussioni a cascata.

Al di là di un allungo finale (ultima mezz’ora) che lascia più di un segno, pur rimanendo circoscritto in convenzioni comprovate (è del tutto evidente come l’autore non intenda fare il passo più lungo della gamba, conscio di non possedere l’invettiva di un Robert Altman), Una birra al fronte è anche/soprattutto un racconto di formazione (da bere molto e pensare poco, il protagonista si proporrà di pensare molto e bere il giusto) e una raccolta di incontri inaspettati, rimandati e mancati, che copre l’intero campo d’azione, delle cartoline suscettibili e ricettive della singola occasione.

Un cammino che fa sostanzialmente perno su Zac Efron, che fornisce una prova di maturità di tutto rispetto (il valore medio del film non consente slanci aggiuntivi e forse - per lui - è meglio così), mentre tutti gli altri interpreti rimangono stoppati sullo sfondo, con il solo Russell Crowe in grado di aggiungere elementi significativi.

 

Zac Efron, Russell Crowe

Una birra al fronte (2022): Zac Efron, Russell Crowe

 

In sintesi, Una birra al fronte è un film con una chiave di lettura cristallina e un’esposizione che non corre rischi eccessivi, che non ha alcuna intenzione di non tirarsi la zappa sui piedi. Un limite rilevante, che circoscrive gli - eventuali - entusiasmi a singole porzioni, nonostante la tanta buona volontà e la dichiarazioni d’intenti che rintracciano nel passato scenari contemporanei, ad esempio illustrando come sia semplice entrare in uno scenario avverso e quanto al contempo sia complicato uscirne.

Tra sfide alla sorte e gesti nobili, step da mordi & fuggi, slittamenti e limature, una gigantesca scena del crimine (cit.) e confronti dimostrativi, cuore (che a un certo punto batte forte) e cervello (che stempera le oscillazioni di registro), speronamenti e riallineamenti.

Loquace e più circospetto di quanto sarebbe stato lecito attendersi.

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